E vabbò, parliamo di gioco, ma io sono un musicista disperato che non ha il TV, e allora voglio parlare di un mio vecchio idolo: GIOCOCHER… Me la date buona? OK! Per me, di tutti i musicisti bianchi, nel suo genere cioè il RHYTHM & Blues, sanguigno e corposo, senz’altro (e qui bisogna far vedere il pollicione alzato…) NUMERO UNOOO (ma questa comunque non è mia!) Avevo gli anni del mitico Gianni nazionale quando debuttò in serie A (cioè 16) e su Melody Maker, che è tuttora una delle poche riviste specializzate di musica (puoi trovare tra l’altro anche le rarità dei collezionisti, come le stringhe delle scarpe della prima comunione di Paul o George o il bavero del colletto di Drupi) lessi proprio di un giovane che arrivava da Sheffield, in cerca di soci e fortuna, di quella che allora pochi potevano permettersi… GIOCOCHER è il classico musicista, tutto genio e sregolatezza, come Mino Reitano e Gnola, che coniuga la passione per la musica di derivazione nera con quella per il buon vino, liquori, droghe, spezie e donne… capito mi avete? (cribbio, anche questa non è mia, sto andando giù da bestia…) Allora, diomiocomestodiventando rincoglionitoedispersivotuttattaccato, lo credo poi che i miei giovani studenti mi trattano come il rimba un po’ bamba, e così ha fatto la stampa con il nostro da Sheffield, quando passò un periodo della sua vita non certo brillante. C’era stato il mitico raduno di WOODSTOCK, la celebrità e i tours mondiali, poi un po’ di buio dovuto al fatto che il Leone di Sheffield è più di tutto un “bluesman” e non sopporta tutto ciò che è routine e banalità, detesta Pippo Baudo e Corrado, disdegna i salotti radical-chic e tifa ufficialmente per i diavoli rossoneri… Si sa, i critici devono criticare ma essendo più forte il feeling e la passione di GIOCOCHER che non l’antipatia e la perfidia dei dannati “pennivendoli”, ecco che quasi per miracolo c’è la redenzione e il nuovo corso: gran intervento e collaborazione con i Crusaders nel 1982, grande colonna sonora in “9 settimane e 1/2” e poi giù concerti, tournées con Fornaciari Sugar, Zucchero per il gran pubblico, insomma chi l’avrebbe detto? Beh, senz’altro il malignazzo Treves, perché sotto sotto un po’ genio e sregolatezza lo sono anch’io, tranne che per la passione per gli alcolici (sono astemio) per le droghe e spezie (le uniche mie trasgressioni sono qualche fumatina innocente sulle rampe del Meazza…) Vorrei tanto andare avanti, per dirvi di quel concerto al Vigorelli di Milano o alla Royal Albert Hall di Londra, o di quando l’ho incontrato in Galleria del Corso, ma non voglio passare per quello che ogni anno sulla SMEMORANDA racconta fatti accaduti e inerenti alla sua attività di musicista… Certo anch’io avrei voluto averlo come ospite nell’ultimo disco (che i primi sondaggi DOXA danno come primo nelle hit parades di San Marino, Liechtenstein e Albania) ma ahimè – invece di Joe – ho dovuto accontentarmi di Gnola, Pellegrini e altri amici più o meno fidati che mi hanno assecondato nelle mie notturne stravaganze allo Psycho Studio mentre registravo il mio “Sunday’s blues” che poi è il blues della domenica con ovvio riferimento al gioco numero uno, quello rossonero di San Siro. Perché caro GIOCOCHER e cari amici della Smemo, ve lo confesso: i miei giochi preferiti, oltre alla musica, sono il Milan e la Susanna, che ci posso fare? Voi vedete di combinare qualcosa di buono quest’anno, sotto tutti i punti di vista, e ciau dal vostro Fabio Treves, cons. com. ind. DP: Milano, armonicista cista… Ma a proposito: a voi che gioco piace?