Ho affrontato tante mischie e quelle che mi restano nel cuore sono quelle che gioco con i più piccoli. In estate con i ragazzi della Castro Rugby Academy, e durante l’anno con i bimbi delle onlus che si occupano dei meno fortunati. Passare le giornate con loro mi riempie di energia e vederli che ti corrono incontro per un abbraccio è sempre un’emozione forte.
Le lezioni più importanti per la vita le ho apprese proprio qua, da quei ragazzini che sono sulla sedia a rotelle o che hanno perso i capelli e che malgrado la malattia ti trasmettono la loro incredibile vitalità.
In fondo anch’io resto sempre un bambino, e mi diverto tantissimo a giocare con loro. Appena varco l’ingresso si inizia subito con l’acchiapparella: mi metto sulle spalle Ashley vestita da principessa gialla e rincorriamo Mariola – lei per l’occasione è una fatina rosa – e Illy, travestito da soldato. Poi arrivano Enza e Alex e provo a fare il cupìdo, con scarsi risultati. I pomeriggi trascorrono veloci e in un attimo arriva l’ora della merenda!
La sera, quando torno a casa mi rendo conto che sono loro a darmi davvero tanto, a fornirmi la giusta carica per superare gli ostacoli. Spesso ci lamentiamo per delle banalità, ma basta guardarsi attorno per vedere la sofferenza, quella vera. E allora bisogna imparare ad apprezzare le piccole cose, a ringraziare per quello che abbiamo. Ognuno ha i suoi problemi, piccoli o grandi che siano, ma davanti a questi eroi… be’, mi sento davvero un ragazzo fortunato. Sono loro i veri guerrieri. E ogni partita per me è come una battaglia: quando scendo in campo attorno alle braccia metto delle fasce, dove scrivo i nomi delle persone per me importanti. Il primo è stato quello di Olivia, la figlia di un mio ex compagno nata sorda, l’ultimo è Giovanni, affetto da neuroblastoma. Per un pomeriggio intero abbiamo giocato insieme con la palla ovale, e lui per qualche ora si è scordato gli antidolorifici. Ne ho visti ben pochi in vita mia di sorrisi così luminosi come il suo, che ti aprono il cuore.