In mezzo, non al centro

di Giuliano Aluffi su 16 mesi - Smemoranda 1996





E’ in mezzo che succedono le cose più interessanti. Attenzione: non al centro di qualcosa, ma in mezzo. Il centro è un concetto troppo narcisistico-ombelicale, attira su di sé lo sguardo mettendo in ombra quel che ha intorno e il sistema nel quale è inserito. Invece l’in mezzo è più riferito a ciò che circonda, all’ambiente di inserimento. 
Il centro è il sodo al quale si preferisce andare quando la fretta ruba ciò che in noi vi è di più mediterraneo: l’attesa. E l’attesa non è pigrizia, ma disposizione e apertura a tutto l’accadibile. Invece il centro è il canovaccio, è l’essenziale: quindi è il già saputo, l’immobile. Il centro di ogni storia e di ogni mito è una lotta, e non so se avete mai fatto caso a come sembrino tutte uguali le scene di lotta dei fumetti: sono quasi sempre nuvoloni di polvere da cui escono pugni, piedi, stelle e imprecazioni.
Invece diversissimi sono gli estremi delle storie, gli inizi e le fini. Se consideriamo il rapporto sessuale come l’atto principale (il centro) di ogni storia d’amore, dimentichiamo che proprio in quell’atto risulterebbe assai difficile distinguerci da qualunque altro, che più o meno in quel momento farebbe e direbbe le stesse cose. Ma se pensiamo al sesso come momento che sta in mezzo ad una nostra storia, allora abbiamo più spazio per ricordarci anche le altre cose, le emozioni, le parole, gli impacci, insomma tutti ma proprio tutti gli atomi sia fisici che temporali di un pezzo di vita comune.
E ogni atomo, proprio perché è in mezzo agli altri, ha uguale peso specifico e pari dignità, detenendo quindi identica probabilità di andare in lotteria con la memoria: dovunque poi ci troviamo può succedere che venga estratto casualmente, e allora magari lo salutiamo come un amico che torna (e sono davvero così poche le cose che tornano…). E più ricordi-atomi abbiamo pari possibilità di estrazione, più si apre davanti a noi l’imprevisto e la fondamentale risorsa della varietà.
Garantendoci il maggior numero possibile di associazioni d’idee, aumentiamo la nostra ricchezza interiore e quindi quella complessiva del mondo; una mente composta da tantissimi piccoli mattoncini è una mente in grado di costruire rappresentazioni della realtà particolareggiate e sfumate, diverse dalle goffe strutture mentali ottenibili ammucchiando i mattoni più grossi e rigidi degli stereotipi.
E’ in mezzo che succedono le cose più interessanti, è in mezzo a due fiumi che è nata la civiltà (fa fede l’etimologia di Mesopotamia) ed è nel mare-in-mezzo-alle-terre che si sono sviluppate al meglio la comunicazione e la cultura. L’intelligenza necessita di un humus bastardo e fertile di continue ibridazioni, tutto ciò che è meticcio per definizione si agita in mezzo al calderone dei contatti, degli scambi.
Nessuno di noi è al centro delle altre persone, ma siamo tutti in mezzo a tutti gli altri e alla nostra stessa vita, con un inizio da una parte e una fine dall’altra, con qualcuno prima e qualcuno dopo, con un tipo da un lato e un tipo dall’altro e tante, tantissime cose dentro.


Giuliano Aluffi


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