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Un uomo, poco importa il nome e poco importa anche l’età, ma diciamo un uomo sui cinquant’anni così per farvelo immaginare un po’, e già che ci siamo diciamo anche di altezza media corporatura robusta capelli corti brizzolati occhi scuri occhiali naso regolare labbra carnose con il labbro superiore parzialmente nascosto da un paio di baffi folti leggermente più scuri dei capelli mani grandi con unghie ben curate vestito in modo elegante anche se sportivo scarpe da passeggio pantaloni di velluto millecoste di un tono marrone scuro camicia beige a righine blu e maglione girocollo verde oliva un uomo del tutto piacente per la sua età contenti ora ma mi domando a cosa potrà servire tutto questo in funzione di ciò che sta per accadere? Dicevamo un uomo, dopo averci riflettuto il tempo necessario, decide di recarsi al cimitero dove riposano alcuni dei suoi cari, tutti purtroppo deceduti. Ha in mano alcuni fiori dei quali tralascerò questa volta specie, colore e ovvia destinazione. Mentre sulla tomba del nonno sta dedicando al defunto l’unica preghiera che ricorda ancora compiutamente, l’uomo sente provenire da un luogo imprecisato alcune voci ovattate, ma che egli ha la certezza nascano proprio all’interno del cimitero. Non vede gente all’interno dello stesso e nel frattempo si sta facendo buio, condizione sufficiente per ingenerare in lui una comprensibile dose di paura. Le voci, confuse, si spera appartengano al genere umano, possibilmente ancora in vita, e qua e là si mescolano ad altri rumori indistinti e frammenti di musica di vario genere.
Tanto per farla breve, diciamo che l’uomo scopre che non si tratta né di persone viventi, né tantomeno di fantasmi o di altri tipi di spiriti, classici frequentatori di simili luoghi, perlomeno secondo certa letteratura o certa cinematografia. I rumori provengono semplicemente dall’interno di una tomba in cui una donna anziana è stata sepolta da pochi giorni (deduzione arguta fatta in base alla data del decesso ben leggibile, nonostante il buio, grazie a evidenti caratteri fosforescenti). “Che scherzo di pessimo gusto!” pensa l’uomo “Razza di stupidi! Nascondere in una bara una radio o un altro tipo di trasmettitore probabilmente regolato da lontano con un potente telecomando!” Mai egli avrebbe potuto immaginare che, in realtà, quei rumori altro non erano se non i suoni dei ricordi più vivi che il fresco cadavere spontaneamente liberava.
Quella radio umana si spense piano piano e definitivamente dieci giorni dopo il decesso della donna, un tempo decisamente superiore alla durata media di un paio di buone pile.
OFF


Gemelli Ruggeri


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Smemoranda 2008


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