Prima è tutto buio.
Buio con bagliori improvvisi, tipo traiettorie remote d’asteroidi nel silenzioeterno dello spazio interstellare.
A un tratto si sente come una voce in lontananza.
Una voce di messaggero che porta con sé le notizie del mattino.
Apri piano gli occhi e prendi coscienza di un po’ di cose sul tuo conto:sei appena sveglio, ti trovi nel solito letto, lei non c’è, e lavoce dello speaker del giornale radio ti dà non poco sui nervi, cosìfresca e piena di picchi.
Così lo zittisci. Giri la rotella finché non trovi una stazioneche manda qualcosa di decente. è un pezzo che conosci, ma non nericordi il nome, né l’interprete.
D’istinto afferri il pacchetto aperto sul comò. Ne accendi una senzatirare veramente.
Poi vedi qualcosa sul cuscino ancora tiepido che ha usato lei.
Un biglietto.
Dice: “Buongiorno amore mio”. Dice: “Ti copro di baci”,e anche “Ricordati di portare fuori Sancho”.
Per un po’ non capisci, rimani inebetito con il biglietto in una mano ela sigaretta che va per conto suo nell’altra. Poi ricordi che lei èandata a Padova per lavoro. Una cosa tranquilla, dalla mattina alla sera.
Sancho, invece, è il cane. Gliel’ha regalato un’amica un paio disettimane fa, però non è un cucciolo.
Ha dodici anni. E’ un bassotto nero di dodici anni. Quando ti è capitatodi prenderlo sulle gambe e lo hai studiato da vicino ti sei stupito di quant’èmuscoloso, lui così piccolino e sfuggente: ha zampe anteriori tozze,grosse come avambracci di marinai, e cosce brevi innervate su zampe allungateda minuscolo canguro.
E’ simpatico, Sancho, ma non siete tanto in confidenza.
La prima volta che l’hai portato a spasso si è ribellato con tuttele sue forze. Sei riuscito a malapena a farlo arrivare fuori dal cancello,trainandolo per il guinzaglio mentre puntava tutte e quattro le zampe. Siera lasciato dietro una linea scura che disegnava un inconfondibile zigzag sull’asfalto del cortile, e appena s’era trovato al cospetto della stradanon ne aveva piùvoluto sapere.
Chissà perché, si era convinto che lo volessi portare lontanodalla sua padrona.
Decidi che oggi riuscirai a convincerlo a fare il giro dell’isolato, e perriuscire nell’intento – così riesci a pensare – devi prima conquistarela sua fiducia.
Ti sporgi fuori dal letto e lo guardi.
Sancho dorme accoccolato sul cuscino, dentro la cesta di vimini ai piedidel termosifone. Il costato gli va su e giù col respiro, ancora lucentedi pelo color ebano nonostante l’età. Qualche pelo bianco si vedesulle zampine fulve, sul pelo crespo che gli disegna sopra la bocca qualcosadi simile a un paio di folti baffi da uomo. Dorme tranquillo, adesso, noncome quando sogna la caccia alla lepre e abbaia nel sonno.
Per prima cosa decidi di preparare la colazione.
Appena scendi dal letto Sancho apre prima un occhio e poi tutti e due, rossiintorno alla vasta iride come quelli d’un ubriaco. Si stira allungandosisulle zampe anteriori, sbadiglia e prende a scuotere la testa a destra esinistra. Le orecchie si aprono e ricadono contro la gola simili a schiaffi,ma Sancho, anziché preoccuparsene, continua e sembra trarne giovamento.Poi parte per la casa alla ricerca della sua padrona.
Mentre ti radi compare in bagno preceduto dal ticchettìo morbidodelle zampe sul pavimento. Sale con le zampe anteriori sul bordo del bidet,vicino al miscelatore. Ti guarda. Scodinzola. Ha sete. Fai partire un sottilegetto di acqua fredda e Sancho prende a bere lappando.
Metti su la moka, ti vesti, torni in cucina e bevi il caffè.
Il bassotto ti segue scodinzolando. Forse cerca d’indovinare quali sonoi programmi per la giornata. Oppure, pensi, gli manca la sua padrona e seguete perché sei l’unica persona capace di ricordargliela.
O forse segue te perché sei l’unica persona nell’appartamento.
Fumi un’altra sigaretta e intanto studi senza averne l’aria i finimentidel collare che giacciono sul comò dell’ingresso. Sancho prende adabbaiare come un indemoniato, appena qualcuno li prende in mano. Prendea correre su e giù per la casa ed agitarsi come per un anticipo d’entusiasmoche lo coglie all’idea di trovarsi entro breve all’aria aperta. In sostanza,occorre infilare la testa di Sancho dentro un’apertura, fargli sollevarela zampa destra e allacciare un bottone che unisce le due estremità.
Lei ci riesce in pochi attimi.
Lottate per forse un minuto, poi Sancho accetta di farsi condurre a spasso,e saltando a zampe pari di gradino in gradino ti conduce uggiolando di aspettativeincontro al nuovo giorno.