Ladri per una notte

di Enzo Iacchetti su 16 mesi - Smemoranda 1993





Si era fatto buio anche a Paperopoli. Il Bassotto 167-617 aveva da poco terminato di sabotare l’impianto di allarme che collegava il deposito del taccagno (De’ Paperoni) alla centrale del Commissario Basettoni. 
Da decine e decine di anni 167-617 era l’addetto a sabotare l’impianto d’allarme e da decine di anni qualcosa, all’ultimo istante, mandava in fumo i suoi tentativi. Ma quella notte si respirava un’aria magica, tutto si svolgeva senza intoppi, come se non fosse lo stesso fumetto.
167-716 aveva decorato la porta del deposito del vecchio papero con centinaia di candelotti di dinamite al silenziatore (è una cosa che nei disegni si può anche rendere plausibile).
167-176 era pronto con un furgone studiato su misura per contenere il malloppo fino all’ultimo centesimo. A mezzanotte e cinque, la porta blindata del deposito saltò in aria senza provocare il minimo rumore, e i Bassotti fecero man bassa indisturbati di tutto ciò che il deposito del papero più ricco del mondo conteneva. Caricarono un grosso aereo che il grafico vignettista aveva provveduto a far trovare già in moto sulla pista e partirono sereni verso la California.
In volo si cambiarono, si rasero la barba, ma soprattutto si tolsero quella maledetta mascherina nera che sicuramente era la causa principale del fatto che, dopo ogni tentativo di rapina nonostante i vari travestimenti, al primo posto di blocco venivano immancabilmente riconosciuti.
Alle tre meno dieci l’aereo dei Bassotti atterrò a Las Vegas, leggero come i capelli di Nastassja Kinski, e si sa a Las Vegas, a quell’ora, la vita è appena cominciata. 167-617 perse tutta la sua parte in un casinò tra bellissime papere e bottiglie di champagne; 167-176 passò la notte nei vicoli a distribuire carriole di dollari ai diseredati circondato dai fans che con gli accendini accesi cantavano in coro: “”… dai Bassotto non andare via…” ( sull’aria di una nota canzone di Claudio Baglioni).
167-716 e 167-167 in piedi sulla limousine comprata via fax durante il volo, distribuivano bigliettoni e si proponevano candidati alle prossime presidenziali.
Che movimento quella notte. La città era cambiata. I negozi e i ristoranti rimasero aperti fino all’alba, le slot-machine non si fermarono un secondo. Quando venne chiaro i Bassotti si ritrovarono come d’accordo davanti al commissariato e si costituirono.
Ma prima di farsi ammanettare, spendendo l’ultimo milione di dollari, avevano comprato una villetta in periferia intestandola a sorpresa a Paperino, che a loro era sempre stato simpatico e che in realtà li aveva aiutati con una soffiata a riuscire nell’impresa.
Avevano speso tutto fino all’ultimo cent, tant’è che gli sceneggiatori del fumetto faticarono non poco a ridare credibilità economica a Paperon De’ Paperoni che quella magica notte del 30 febbraio diventò per davvero il papero più povero del mondo.
I veri Bassotti sono ancora in galera per questo, nel fumetto sono stati sostituiti con dei sosia, almeno così dice il capo del movimento “solidarietà ai Bassotti”, un tale che come loro ha sempre fatto una vita di merda…
… un certo Wile E. Coyote.


Enzo Iacchetti


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Smemoranda 1993


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