Era davanti a me, lucida, brillante. Quando l’ho aperta ho potuto immediatamente gustare il suo sapore dolce, frizzante… avevo dimenticato il suo aspetto, i suoi occhi, il lento rituale del nostro corteggiamento e il rapido minuto del nostro incontro… mentre, adagio, assorbivo il contenuto della capsula era come se la sua mente entrasse dentro di me e il nostro amore fosse, finalmente, compiuto.
Intanto il suo corpo, contro il mio, si muoveva regolarmente, in un ritmo stabile, sicuro, costante e la sua linfa zampillava in fiotti regolari che scintillavano verso di me. Fluivano dal suo cuore, che continuava a pulsare e, poco dopo, si esaurì in un ultima, vuota, contrazione. Tutto cuore, niente mente.
Il racconto che avete appena potuto leggere è autobiografico. E’ il diario di una femmina, di mantide religiosa. Non è, come qualcuno di voi avrà sospettato, la sceneggiatura di un film pornografico, e nemmeno il testo di uno dei tanti romanzi “viola” della serie femmine vogliose. Si tratta in realtà della fedele trascrizione effettuata nel Laboratorio di Sessuologia Comparata grazie a sensori raffinatissimi, dal cervello di questo curioso insetto che è quasi divenuto proverbiale, da quando la nostra scienza lo ha percepito capace di un atto d’amore (di cuore) che coincide con un atto odioso (di mente). E’ il racconto di una femmina che, in questa specie, è arcinota perché durante l’accoppiamento divora il maschio. Iniziando dalla testa. E diventando, così, proverbiale. La mantide, nel suo diario, racconta della testa del suo “partner”, lucida come tutte le capsule che proteggono il capo degli Insetti, e ci narra una storia ben peggiore di quella del Conte Ugolino, quando descrive le sensazioni gustative che le derivano dal suo fierissimo pasto, che è formato, soprattutto, dal sistema nervoso: dai gangli grassi e grossi.
La mente di lui. Ma, come si suol dire, l’amor suo non muore.
Negli Insetti il “cervello” è soprattutto un grande inibitore e il maschio, senza mente (e, dunque, senza inibizioni) continua ad amoreggiare. Il suo “cuore” che è un potente vaso dorsale continua a battere, almeno per quel tempo che sarà sufficiente a concludere questa tragica e appassionante storia, zoologica, d’amore. Fin qui la zoologia. Ma questa scienza altro non è che uno dei tanti modi con cui gli uomini costruiscono, descrivendolo, il loro mondo. Anche la mantide è un soave fantasma, che noi abbiamo inventato, e che ci ricorda i profondi rapporti tra economia e ecologia.
Per Lei il maschio non ha altro senso, dopo l’accoppiamento, che quello di risorsa alimentare, ed è la sua mente il boccone più ricco, che conclude utilmente la loro unione. Nasce così un punto di riferimento, tragico e appassionato, che viene imitato e odiato, interpretato e discusso.
Uno dei tanti animali fantastici che occupano la nostra mente e riempiono di emozione il nostro cuore.