Allora, ricevo la lettera dei Magnifici Tre (cheuna volta erano Sette) Nico, Gino & Michele il QUATTRO del PRIMO mese dell’anno bi-sestile 1996, con la quale mi comunicavano il tema della futura Smemo, DUE cartelle da consegnare entro il VENTOTTO del SECONDO mese…Quanti numeri, penso io: diamo i numeri, scrivono loro. E il SETTE tocca proprio a me “naturalmente, come le note”… A questo punto un grido si forma nella mia gola: “Ma chi l’ha mai detto che il SETTE è il Numero della Musica?!” Ma chi l’ha mai scritto che le notes ono SETTE?… Forse un timorato sacerdote dell’antico Egitto, allorquando le dottrine cosmologiche imponevano tale numero alle umane attività. E’ ora di ribellarsi a tali anacronistiche menzogne, prima che sia troppo tardi. Brandiamo i pentagrammi, e leviamo i vessilli delle scale cromatiche, anche a costo di scuotere le coscienze degli autori delle musiche del Festival di Sanremo (ai quali forse le sette note non stanno poi tantos trette). Rendiamoci anche conto che l’equivoco delle SETTE note èun po’ come quello delle lettere dell’alfabeto: si dice siano ventuno, ma poi, così facendo, dovremmo fare a meno della y, della w e addiritturadella x… E allora addio a Internet e alla schedina. Ma torniamo alle note, almeno a quelle comprese nell’ottava, alle quali si può anche dare il nome di scala: ebbene, dalle antiche civiltà cinesi, attraversoi teorici greco-pitagorici, l’esacordo di Guido d’Arezzo, il sistema zarlinianoe sino alla nostra scala temperata, non c’è quasi traccia del numeroSETTE!… Nel brodo musicale primordiale si parlava di tetracordi, scale pentatoniche, esacordi, con scale divise in intervalli il cui numero variava il piùdelle volte da diciassette a ventiquattro. Quasi mai compare il numero SETTE. Neppure quando nel 1691 il signor Werckmeister finì di scrivere il suo Musikalis che Temperatur, nel quale tentava di mettere ordine nel caos delle regole musicali europee stabilendo che le note (cioè i gradi) da immettere nelle scale sono dodici, (i dodici semitoni), e che la loro distanza è determinata dalla radice dodicesima di due. Cisarebbe da dire che forse anche questo ammirevole tentativo d’ordine sarebbe stato vano, se un certo Johann Sebastian Bach non l’avesse fatto proprio, e quindi divulgato attraverso le sue geniali pagine musicali. Ma dove stadunque il SETTE in musica?… Non c’era prima del temperamento, non c’è dopo. Forse non dobbiamo cercarlo nelle scale, nelle regole teoriche e/o pratiche. Che ci sia una specie di cabala musicale alla quale in gran segreto i compositori aderiscono?!… Beh, nell’era sinfonica c’è stato un numero, una soglia non dico da non varcare, ma almeno con la quale per un po’ era meglio non cercare il confronto: dal 1824, anno nel quale Ludovicodi Bonn, terminò la scrittura della sua Nona Sinfonia… Ma anchequi il SETTE non c’è. Allora quante sinfonie sono in SETTE movimenti? Quasi nessuna. E quanti hanno composto SETTE sinfonie? Qui andiamo un po’ meglio: in nove si sono cimentati, e quasi tutti nel nostro secolo: Prokofiev,Sibelius, Bax, Hanson e altri cinque semisconosciuti. Se continuiamo la ricerca del SETTE anche nei concerti per strumento solista e orchestre, la fortuna sembra premiarci: ma non certo per il numero (anche qui esiguo rispetto al totale della produzione), quanto per la combinazione: SETTEautori hannno composto SETTE concerti per SETTE strumenti diversi! Ma eccoun nuovo dato farci tornare all’inope realtà: in tutta la storia della musica, e per tutti i numerosi organici delle sonate strumentali, solo due autori ne hanno scritte SETTE: Reger per violino e pianoforte, e uno dei figli di Bach (C.P.E.) per organo… Non ci rimane che cercare l’acclamato SETTE almeno nel numero degli esecutori, anche se, ahimè,non intuisco migliori risultati… Abbondano difatti i trii, per non parlaredei quartetti: diminuisce il numero dei quintetti, scarseggiano i sestetti. Ma ecco, per i SETTimini, ripetersi l’emblematico risultato dei concerti:SETTE SETTimini di SETTE autori diversi: Beethoven, Spohr, Saint-Saens,Ravel, Stravinsky, Schoenberg e Hindemith… E volendo strafare, per strappare l’applauso, darò notizie dei settimini vocali: negli ugonotti diMeyerbeer, nelle Nozze mozartiane, nella Cenerentola di Rossini e nel FraDiavolo di Auber! Basta, non ne posso più. Tentevi pure le SETTE ultime parole di Cristo musicate da Haydn e le SETTE Kammermusiken hindemitiane,ma lasciatemi le infinite citazioni del SETTE nella liturgia operistica del cielo Aus Licht di Karlheinz Stockhausen… con buona pace delle SETTE massoniche mozartiane! Comincia a girarmi la testa in tutta questa girandoladi numeri, dove dunque il SETTE è solo uno fra i tanti. E la musica è grande anche nella democrazia: dà i numeri senza preferirne nessuno…