Metti la levetta su OFF…

di Max Pisu su 16 mesi - Smemoranda 2008





Quando vidi per la prima volta le paroline ON e OFF non ero ancora ferrato in inglese (oggi, modestamente, lo mastico… anche se ancora proprio non lo digerisco!), esclamai cacchio! 
Era il 1974 ed ero in un negozio di elettronica (oggi si direbbe megastore) con tutta la famiglia. Quel giorno avremmo comprato la nostra prima calcolatrice elettronica. Pensai: “Bene! Così tutte le volte che mia mamma mi dirà ‘Stasera fai i conti con tuo padre!’, faremo meno fatica.”
I modelli che il venditore ci propose avevano dimensioni che andavano dal mattone in terracotta, al laterizio di travertino. Per spostare le confezioni fino al bancone, il negoziante dovette usare il muletto. Disse: “Questi sono i modelli tascabili, poi se volete, vi mostro quelle grandi… ”. “Vanno bene queste!” rispose mio padre, “Un giorno mio figlio, la potrebbe mettere nella cartella per andare a scuola”. Mia madre mi guardò con occhi dolci, non saprò mai se per la felicità di sapermi istruito o per la preoccupazione di vedermi crescere come il Gobbo di Notre Dame.
Seguì una breve dimostrazione delle calcolatrici (oggi si direbbe una demo). Ogni macchina era dotata di una levetta (oggi si direbbe uno slide) che riportava a destra e a sinistra due piccole scritte: ON e OFF. Dopo averla spostata sul lato ON, il commesso (oggi si direbbe precario) disse a mio padre “Provi!” La mano di mio padre, operaio dell’Ansaldo (oggi si direbbe specie in estinzione), digitò una terribile divisione tra numeri a tre cifre, nel giro di pochi istanti si visualizzò un numerone che risplendeva sul display come un faro verde. Mia madre quasi svenne per l’emozione, mio padre si guardò le dita soddisfatto, io mi immaginai che sfidavo Giani, il secchione (oggi si direbbe protagonista di un reality), battendolo in ogni operazione e diventando immediatamente l’idolo della pupa (oggi si direbbe protagonista del reality di prima… quello insieme al Giani per intenderci) più carina della classe.
Una volta effettuata la scelta, ebbe inizio la vera e propria trattativa commerciale. E così toccò a mia madre (oggi si direbbe scese in campo). Mia madre infatti considerava un dovere trattare sul prezzo, lo faceva con lo stracchino alla bancarella del mercato, figuriamoci su quello che immaginava sarebbe stato un investimento per le generazioni future dei Pisu. Temprata da anni di allenamento per due volte alla settimana (il mercato da noi c’era il martedì e il sabato) e aiutata dalle condizioni favorevoli (lei abituata all’aperto, non le sembrava vero poter disputare una gara indoor), ebbe la meglio sul commesso che alla fine concesse quattrocento lire di sconto (oggi si direbbe Minchia!) e due pile di riserva. Prima di uscire il commesso in un estremo rantolo di professionalità si raccomandò: “Mettete sempre in OFF la levetta, appena finito, sennò si consumano le pile…” Poi si spense…
Nei successivi due anni credo che la frase più pronunciata da mia madre sia stata: “Metti la levetta su OFF, sennò si consumano le pile.” Diventò un vero stress accendere (ON) digitare velocemente le operazioni e spegnere (OFF). Eppure mi ricordo che quando finivo i compiti era una soddisfazione spostare la levetta per l’ultima volta su… OFF, voleva dire che era ora di uscire e di andare a giocare fuori.
Tra le altre cose, credo che quella (OFF) sia stata l’unica parola inglese usata da mia madre in tutta la sua vita.
Da allora, le calcolatrici sono diventate ecologiche, vanno a energia solare (anche a Milano: quindi mi sa che c’è il trucco!), sono scomparse le pile (oggi si direbbe batterie) e quando non le usi, vanno da sole in stand-by. Ma soprattutto è scomparsa le levetta ON-OFF… e questo un po’ mi dispiace. Penso ai ragazzi di oggi che sanno bene l’inglese, che hanno cellulari da paura, e che per dichiararsi con una pupa girano un video, lo montano su PC, lo inviano ad YouTube, poi mandano una newsletter a un database di ragazze e cominciano a chattare.
Meglio così, ci mancherebbe, però manca loro il gusto di spostare quella levetta su OFF… e sapere che è ora di uscire e di andare a giocare fuori.


Max Pisu


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