Alcune storie arrivano così, quando meno te le aspetti. Quella di Etolo è entrata nella nostra vita all’improvviso.
“È un ex bambino soldato”, mi dice Mwami al cantiere della scuola, un giorno. “È in cerca di lavoro, chiede se può dare una mano”.
All’ombra di una palma in quel piccolo villaggio nella Repubblica Democratica del Congo mi faccio raccontare di lui, della sua infanzia. A dodici anni non era mai andato a scuola e non aveva prospettive per il futuro. L’unica strada, come tanti altri suoi amici di quella regione, era salire in montagna e unirsi ai ribelli.
Lì è cominciato il suo inferno. Quello che mi racconta e che mi gela il sangue. Storie di guerra, di morti, di crudeltà. Ha sparato, Etolo, e ha visto cadere tanti compagni.
Dopo cinque lunghi anni è riuscito a scappare, ma tornare alla vita di prima era quasi impossibile. Poi un giorno ha trovato noi, YouAid, impegnati a costruire nel suo villaggio una scuola per più di trecento bambini, per evitare che altri rischino di vivere l’inferno che è toccato a lui. Ed è lì che ha deciso di unirsi a noi.
Non so perché l’abbia fatto. Forse per cercare un po’ di redenzione. Si mette a lavorare in silenzio, Etolo, sposta pietre e mattoni, cercando di fare la sua parte. E non è il solo. Lui non lo sa ma in Italia ci sono centinaia di persone che hanno deciso di fare la loro parte, ognuno mettendo in circolo le proprie capacità, competenze e passioni per organizzare eventi di raccolta fondi. Questa è la “Cooperazione con le Mani” che ci piace!
Pochi giorni dopo posiamo l’ultimo mattone, i muri sono completati.
Siamo sudati, pieni di polvere, fa un caldo pazzesco. Etolo scherza insieme agli altri muratori.
Guardo il sole che sta tramontando sul cantiere e illumina tutto d’arancione. Tra pochi mesi i bambini andranno finalmente a scuola e potranno avere un futuro diverso, lontano dalla guerra.
È proprio vero, le storie più belle sono quelle che, mentre le vivi, sai che te le ricorderai per tutta la vita.