Il dottor Sganarelli, summa di diversi personaggi del teatro di Moliére, è un ciarlatano che si spaccia per medico, guaritore di tutti i mali della società.
Sganarelli: Grazie di essere venuti, grazie. Il dottor Sganarelli vi da il benvenuto, con calore, calor caloris termosifonis. Sono felice di vedervi qui riuniti, qui voi e qui io, ma sono più contento di vedere voi che di vedere io, perché io mi vedo tutti i giorni.
Io vi ringrazio e vi amo tutti. Voi avete bisogno di me, ma anch’io ho bisogno di voi, per questo vi amo, non per altro. Voi siete tutti malati, ma anche io sono malato. Io sono un medico malato. Sono uno di voi, non dovete mai dimenticarvelo. Uno che stava lì dove state voi e che invece adesso sta qui dove voi non starete mai.
Malati voi, malato io, malato il nostro paese, per questo ho sentito il dovere di fondare questa clinica, perché amo tutti, amo il mio paese. Amo soprattutto me.
Noi crediamo nella libertà, in tutte le sue forme, molteplici e vitali, perché anche togliere la libertà è una forma di libertà, magari una libertà che mi piglio solo io, ma sempre di libertà si tratta.
Noi crediamo soprattutto nel rispetto e nell’amore verso chi è più debole, primi fra tutti i malati, i bambini, gli anziani, gli emarginati, ma soprattutto i giovanissimi emarginati anziani e malati e i miei familiari, perché siamo tutti poveri davanti a Dio e se io sono povero davanti a Lui non oso pensare a quanti soldi possa avere Dio. E mi viene da piangere.
Per la sanità istituirò il sistema dei bonus. Bonus vivendi, optimus malandi paradoctoris. Cioè è buono se vivi, ma per noi medici è meglio se ti ammali. Basta medicine gratis, ospedali gratis, visite gratis, medici e dentisti e oculisti gratis, cure gratis, perché gratis è anche una parola straniera e noi invece crediamo nei valori della nostra cultura nazionale che tutto il mondo ci ammira e ci invidia. Ognuno deve avere la libertà di scegliere ciò che più desidera, deve anche avere la libertà di morire senza essere curato. Ognuno avrà un bonus di ben due milioni di soldi e potrà spenderlo per curarsi dove più gli aggrada. Ma voi vi chiederete: se uno ha bisogno di una cura più cara cosa fa? Semplice: io confido nel buon cuore della gente. Se uno avrà proprio la necessità di un’operazione impegnativa chiederà ai suoi amici sani di avere il loro bonus, si attiverà come ogni cittadino imprenditore deve fare per raccattare tanti bonus quanti gliene servono a lui. E sarà piacevolissimo assistere a questo libero mercato che obbliga ad ingegnarsi e a comprendere le regole del liberismo. E se uno non adopererà mai bonus, dovesse anche crepare, dopo 10 anni di totale salute fisica vincerà una trasfusione in omaggio.
Anch’io sono stato malato, sono un medico malato. Mi ricordo quando ero giovane, avevo un ristagno sanguigno nel cervello, per cui avevo anche dei problemi, io per esempio non riuscivo a dire bene i pronomi possessivi: tuo… suo… vostro… loro…
Mi veniva sempre da dire: mmmio!… A malapena riesco a dire nostro…, riesco solo a dirlo se è mmmio al 95%… Se un povero ha bisogno di soldi, lo dice anche la Bibbia, non è bello. Perché già sarà suo il regno dei cieli, mica può avere tutto. E anche questa storia del regno dei cieli non mi è chiara, ci devo mettere un attimo mano io, perché c’è stato sicuramente qualche comunardo che ha cambiato il testo originale. Già c’è il fatto che noi ricchi facciamo fatica, che noi qua dobbiamo passare per la cruna dell’ago… E poi un povero non può avere la pagliuzza nell’occhio se ha già la trave nel culo. C’è poco da lamentarsi, siamo tutti fratelli e io vi amo tutti perché lo sono un po’ di più e sono stato malato come e più di voi. Per esempio a un certo punto ho avuto una forma neoplastica e quindi un aumento incredibile delle cellule e uno mi ha detto: “Operiamo, asportiamo tutto, ti apro e ti tolgo tutte le cellule in eccesso”. “Ma cosa togli? Sono mie, semmai le investo. Mica le butto via. Vogliamo buttare nel cesso un aumento di cellule così incredibile?…”
Ho avuto anche un’altra malattia terribile, la sifilide. La sifilide è una malattia terribile perché è tua, ma ogni volta che vai con qualcuno diventa anche sua senza che questa ti renda niente in interessi, anzi spesso sei tu a pagare. E poi se questo va con qualcun altro diventa anche di quest’altro e poi pian piano diventa di tutti: nostra… vostra… loro… e il passaggio è un attimo, da ricco diventi povero. È proprio una malattia comunarda.
E io vi amo tutti, è vero, ma i comunardi, quelli sì, li odio…