Avevo iniziato lo spettacolo nella discoteca più temuta del mondo. Ci voleva coraggio ad andare lì, ma anche un gran bisogno di soldi. Tutti i cabarettisti ne uscivano a pezzi e nessuno ci voleva più andare! Mi era nato il bambino e facevo di tutto per non fargli mancare nulla. Cominciai con una canzoncina spiritosa; dove c’era da ridere non ridevano mai, ogni tanto, tra un respiro e l’altro facevano un boato e io non sapevo perché. L’intento era quello di raggiungere i 20 minuti sindacali, anche se in quel posto nessuno ci era mai riuscito. Quindi, ogni cosa serviva per far passare il tempo. Che facessero quello che volevano, io ero lì, da solo contro i pirla!
Finii la canzone e cominciai a parlare. Era come urlare W l’Inter allo stadioquando in casa gioca il Milan. Feci partire la seconda canzone, con quella sarei arrivato incolume già a sette minuti di spettacolo. Stesso effetto; ogni tanto, fuori tempo, i cretini ridevano all’unisono.
Mi accorsi che sullo schermo che era alle mie spalle, c’era proiettata una forbice enorme e mentre cantavo un idiota che aveva posizionato le due dita davanti al proiettore acceso, le muoveva facendo l’ombra cinese come dire:“Taglia corto, imbecille”. Ecco perché ridevano fuori tempo. Finita la canzone chiesi se ne gradivano un’altra; in trecento cantarono Torna a casa un vecchio pezzo dell’Equipe 84.
Andai a riscuotere. Il padrone mi pagò volentieri, era la seconda volta, la prima mi avevano cacciato con le monetine dopo due minuti. Stavolta ero arrivato a otto! Mentre mi dava i soldi tutto contento mi disse: “…Tu sei il più bravo, stai su un casino sul palco, sei libero lunedì…che c’ho una festa privata?” Gli dissi di sì, ma non mi feci più trovare!