Odio
Quelli che mentre parli ti fissano un punto tra i capelli.
Saltare addosso ad un amico e scoprire che non è lui.
Il coperchio dello yogurt che viene via a pezzi.
Dimenticare nei jeans da lavare il fazzoletto di carta.
Odio
Regalare un giocattolo e scoprire che non ci sono le pile.
Andare in bicicletta in campagna quando concimano.
Fare il filo di bavetta dal dentista.
Andare in bagno e trovare solo carta patinata.
Odio
Il manico del pennello che s’impregna subito di vernice.
Portare tutti nel “mio” ristorante e scoprire che ha cambiato gestione.
Cambiare tasca al portafoglio e pensare d’averlo perso.
Sognare di perdere i denti.
Odio
Gli amici d’infanzia che svelano come ti chiamavano da piccolo.
Due persone che ti parlano insieme e non sai a chi dare ascolto.
Le scarpe che tirano i calzini e li mangiano.
Comprare un telefonino e un’ora dopo ti dicono che è il modello vecchio.
Odio
Scoprire d’aver pagato un souvenir il doppio di chiunque sul pullman.
Gli occhiali da sole che pendono da una parte.
Dare testate nelle vetrine calcolando male la distanza dal vetro.
Entrare in una stanza e gli altri cambiano discorso.
Odio
Vedere all’aeroporto che tutti hanno il trolley dei bollini della benzina.
Avere paura che la sbarra del telepass non si alzi.
L’acquetta nel fondo del bicchiere dello spazzolino.
Passare la sera con una ragazza che ha dell’insalata tra i denti.
Amo
Finire qui questa poesia.