Piach, che storia

di Albertino su 16 mesi - Smemoranda 2016





Nel 1993 nelle edicole di tutta Milano era in vendita il “Quizzy”, un piccolo telecomando che permetteva al pubblico di interagire con la televisione. Mi pare costasse intorno alle quarantamila lire ed era stato inventato da quel genio di Mike Bongiorno. Non so quanto fosse reale e in termini di riuscita l’esperimento fu praticamente un flop, ma trovai geniale l’idea di permettere al pubblico di partecipare da casa e in tempo reale alla trasmissione. Nello stesso anno arrivò in radio un disco dalla Death Row Records, una delle etichette hip-hop più influenti della storia, di proprietà del mitico Dr. Dre e di Suge Knight. Rimasi colpito dalla copertina di quel vinile, irriverente e colorata. Ascoltarlo poi fu un’ispirazione. Pezzi come Gin & Juice e Who I Am erano una rivoluzione in termini di linguaggio. In quel disco Snoop Dogg storpiava molto le parole creando uno stile unico e originale, il “Doggystyle”. Una di quelle parole era bitch, storpiata in biatch per motivi di parental advisory… Erano gli anni del Deejay Time e del grande fermento creativo di Radio Deejay. Unire la parodia di Mike Bongiorno allo slang di Snoop Dogg mi faceva molto ridere e suonava bene. È bastato cambiare una B con una P per creare uno dei tormentoni radiofonici di maggiore successo: il piach! Un ascoltatore che di professione faceva l’ingegnere, magari ispirato proprio da Mike, inventò il telecomando del piach! che addirittura venne messo in commercio. A differenza del “Quizzy” non serviva per intervenire in diretta, ma solo per sentirsi parte di una community, una delle prime grandi comunità virtuali italiane. Fu un successo clamoroso. Le community moderne aka social network basano l’interazione proprio sul concetto del “Mi piace”. Mark Zuckerberg dovrebbe ringraziare Mike Bongiorno e Snoop Dogg. Piach!


Albertino


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