Se guardate St. Lucia in una cartina del Centroamerica, la vedete appesa alla collana delle piccoleAntille, poco sopra Trinidad e il Venezuela. Se la guardate dal vivo (cioèdopo essere arrivati lì. Magari non con la compagnia aerea locale,che vanta – si fa per dire – le hostess meno gentili del pianeta. E, temo,dell’intera galassia).
Dicevo, se guardate St. Lucia dal vivo, vedete: banani. Un sacco di banani.Tutti con le loro banane appese. E, attorno a ogni casco, un bel fogliodi plastica blu, contro gli insetti e i colpi accidentali che possono annerirela buccia, o danneggiarla. Il risultato cromatico è: una distesadi foglie sfrangiate verde chiaro, frutti verdegialli, svolazzanti fogliblu, terra rossastra, cielo blu. Per terra, i caschi di banane imperfetti.Potete prenderne, e mangiare banane gratis all’infinito. Sennò, ingiro, manghi, papaie e pompelmi. La seccatura coi pompelmi è chenon basta togliere la buccia spugnosa e spessissima, e il mezz’etto di semiche c’è dentro. Conviene spelare ogni spicchio, perché anchela pellicina traslucida è dura e amara. Ciò che resta dopoquesto lavoro certosino, però, ha un sapore indimenticabile.
Quando finiscono i banani comincia la foresta pluviale. Quando finisce laforesta pluviale, ricominciano i banani. Quando finisce la terra, c’èil mare. Lunghe spiagge bianche all’estremo nord, piccole spiagge piùscure a sud. A ovest, sul mare, due vulcani gemelli: i Pitons. Sembranodue panettoni magri, neri e verdi (foresta pluviale, banani). Pitons èanche il nome della birra locale: i due vulcani sull’etichetta.
Nella fettina d’isola all’estremo nord, insieme alle spiaggione, agli alberghie ai campi da golf trovate i turisti. Altrove, nei frammenti di terra lasciatiliberi dai banani, villaggi minuscoli. Tende di pizzo sintetico coloratoalle finestre, tetti di lamiera ondulata, microscopiche verande, stradedi terra battuta pulitissime: vecchie mamas le spazzettano tutte le mattine.Dappertutto bambini lindi. Bambine linde con incredibili bellissime acconciaturea fiocchetti, ciuffi elettrici messi in piedi, sbiechi, arricciati, acciambellati,rigirati: come se fossero vivi e dotati di un proprio peculiare sense ofhumour.
Steve abita in uno di questi villaggi. E’ un rasta. Ha poco piùditrent’anni, va a pesca per tre ore al giorno, gioca a pallone per altretre ore, e per il resto del tempo va in giro, chiacchiera, cucina (per esempio:gnocchi in brodo di cacao), dorme o non fa niente. Giani invece la mattinava a scuola perché ha sette anni. Testa rotonda spalmata di oliodi cocco. Gli gnocchi al cacao gli piacciono molto, ma anche i multinazionalibiscotti McVities non sono male. Siamo su un pullmino scassato, l’operaomnia di Bob Marley a tutto volume, attorno foresta e banani. Guida Sean,sì, Sean proprio come Sean Connery. Va cauto sulla strada scassata,è un tipetto timido, pulitino, un po’ lamentoso.
Giani mangia metodicamente McVities, Sean e Steve parlano in creolo. Masu Bob Marley che canta One love passano a un inglese scuro, morbido e sincopato.
Steve: “Gente, conoscete Bob Marley, vero?”
“Certo, come si fa a non conoscere Bob Marley”, diciamo noi.
Steve: “E anche Peter Tosh?”
“Come no?”, ridiciamo noi.
Steve: “Ma Bob Marley era il piùgrande. Oh, gente, sapete,Bob Marley era veramente grande”.
Sean: “Davvero, gente, il piùgrande di tutti”.
Steve: “Perché era un uomo libero, sapete? Davvero un uomo libero.Ha insegnato a tutti l’amore e la libertà”.
Giani assente con la bocca piena di McVities. Noi assentiamo. E Sean riprendeil controcanto: “Sì, gente, amore e libertà per tutti”.
Steve: “Amore e libertà per noi gente nera, per voi bianchi,per i rossi e i gialli, per tutti amore e libertà”.
Sean: “Amore e libertà per essere in pace tutti insieme”.
Steve: “Era un grand’uomo Bob Marley, credete a me gente. Come luinon ci sarà nessun altro, mai mai piùnessun altro su questaterra”.
Sean: “Mai piùnessuno come lui”.
Steve: “E’ morto a trentasei anni, sapete, gente? Solo trentasei anni”.
Sean: “Trentasei anni, è così triste”.
Steve: “A trentasei anni uno può fare ancora un sacco di cose,no? E lui è morto”.
Sean: “Sì, a trentasei anni è morto Bob Marley. Trentaseianni come lady Diana e Gesù Cristo, gente. Non sarà mica uncaso, no?”
Steve: “Oh no, gente, non può essere un caso”.