Il “Compagno Stanga” è l’ultimo rimasto. Ancora oggi ha dei baffi che nessuno li può avere così. Ancora oggi racconta di quante ne prendeva di botte e si ricorda, lucido come un giaguaro, ogni via stretta che l’ha visto scappare. Quando lo racconta è come stare al cinema, è come avere lo schermo negli occhi. Non è nessuno per gli altri, è stato un capo, un lottatore, un semplice postino, uno sbandieratore, è stato molte cose per me. Fu l’unico di noi che riuscì quasi a raggiungere John Lennon quando portarono via i Beatles dal Vigorelli su un furgone. “Stanga” riuscì a stargli dietro parecchio, aveva scatto e fiato da vendere. Aveva guadagnato dei metri preziosi e un improvviso semaforo rosso lo rese raggiante come il sole a mezzogiorno. Il furgone passò lo stesso e “Stanga” fu bloccato dalla polizia. è da allora che ci racconta che Lennon (seduto dalla parte del finestrino) si girò, lo guardò e forse lo salutò. Correva sempre: dietro ai Beatles, dietro ai sogni disperati, dietro a ogni possibilità, a qualsiasi speranza. Ma ogni volta rimaneva piùsolo, un maratoneta con le palle che staccava il gruppo e per dispetto gli spostavano il traguardo per non farlo vincere. Il “Compagno Stanga” non è stanco neanche adesso, anche se tutto è ormai sommerso. Ha sempre i baffi dritti verso quel furgone, giurando al mondo che è vero che Lennon si girò, vide il giaguaro e lo salutò. Tutti gli chiedevano le prove, io gli ho creduto subito. Dylan non era un mito, nemmeno Kerouac, neppure i Beatles. Erano troppo lontani da ciò che facevano per noi, astratti come divinità impalpabili. Il mito per me è ancora Lui, che quando parla mi si accende il cinema e con le mani gli stropiccio quei baffi, pieni di foto a colori che se cerchi bene trovi anche quella di Lennon che saluta. Li hanno ammazzati tutti, “Stanga” è vivo!!