I cattivi pensieri normalmente girano di notte nei cieli delle grandi città oppure finiscono negli ombrelli aperti delle vecchie, quelli neri con le punte in ferro bianco, o li trovi stampati nelle grate ramecorrose dei confessionali, mischiati a mozziconi di parole dette a metà o rimaste per aria. Altri li trovi sulle porte interne dei cessi degli autogrill sulle autostrade dei derby o del ferragosto per finire più a sud nelle stanze buie dei quasi maghi, tra pozioni fasulle e schedine del totocalcio: fa che mi ami e che torni da me. Più in su, verso nord, li trovi nelle camerine piene di bambole idiote e di sembianze beautifuliane e di poster-erotico-takethatiani, nei pomeriggi di non studiodelle bimbe-bimbe.
In piena mutazione di segni la parola “cattivi pensieri” fa sorridere, sa di linguaggio cattolico-sfasciato, evoca punizioni ridicole e un po’sadiche, fughe dai banchi e sotto pugnette pensando a B.B.
E’ difficile girarci intorno anche se alla fine il gioco può diventaredivertente; scuole saltate, parrocchie del centro, feste, pettegolezzi,furti nelle borse di mamma, babbo vaffanculo, domani mi telefoni? No, chiamamitu. Io però ti penso sai, perché ti amo, ti penso quando dormoe quindi ti sogno, ti penso quando mangio e quindi ecco che bevo, ti pensocosì come sei, nuvola e ferro da stiro, angelo assassino, ti pensoquando ti abbraccio che amomenti svengo, ti penso quando ti penso, quindiripenso.Ti penso con un altro e divento cattivo, ti penso lontano allo sbando,nel punto più lontano del mondo e perdo la vita cercando. Ti pensoperché ho te, te soltanto e se il mio pensiero è cattivo èperché ti giuro è l’unico al mondo.


Lucio Dalla


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Smemoranda 1998


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