Tre miei amici sinceri

di Aldo Nove su 12 mesi - Smemoranda 2017





Un mio amico è uscito dall’euro

Un mio amico mi ha raccontato quando è uscito dall’euro.
Era da tempo che ci pensava. A cosa cazzo serve questo euro diceva. Da quando c’è stanno tutti male, ma dicono che se si esce poi si sta peggio. Sembra uno che si prende il cancro ma i dottori non lo curano perché poi se guarisce sta peggio. La gente non stanno bene.
La gente sono tutti spaventati da quest’euro.
Il mondo va verso il peggioramento.
Il peggioramento è l’euro.

Dice che da un paio di anni sogno che non ci sono più le cose.
Cioè che si sveglio e invece di essere dentro le lenzuola è dentro un grande euro di stoffa, con la firma di Mario Draghi che si stacca e diventa una specie di ragno che mi si attacca al collo per ucciderlo. Poi si sveglia davvero e capisce che è stato solo un sogno, prendo un Minias e torno a letto.

Il Minias non serve a nulla.
Dopo due ore ti svegli. Allora prendi un altro Minias dice il mio amico. Così fino all’ora di alzarti ma allora non capisci più niente e fai le cose strane, ti fai tipo il bidet con l’Amuchina.
E che lui prima che ci fosse l’euro, dormivo da mezzanotte alle otto del mattino e si facevo il bidet con il Chilly gel detergente intimo freschezza naturale a lungo formula fresca ph5. Poi le preoccupazioni e il nuovo stato di cose e ha spostato il Chilly sulla lavatrice e non so perché un giorno l’ha spostato l’Amuchina sul bidet e da allora si lavo sempre con quella perché è rintronato dal Minias e si rendo conto della cosa solo verso mezzogiorno perché gli bruciano i coglioni, a mezzogiorno iniziano a bruciargli in modo insostenibile e gli viene l’ansia ma con il lavoro che fa non posso mica andare in bagno a sciacquarsi i coglioni e così prende un Tavor che gli fa passare un po’ l’ansia ma questo solo un paio d’ore, il tempo che mi si sfiammino un po’ i coglioni.

Quando è andato dal medico gli ha detto ha detto che aveva i coglioni completamente devastati e mi ha dato una pomata e mi ha mandato da uno psicanalista.

Lo psicanalista gli ha dato una cosa che si chiama Tolep e funziona bene perché lo rende rincoglionito sempre anche se come dice lui lo ha stabilizzato così che è riuscito a rimettere l’Amuchina sulla lavatrice e il Chilly sul bidet e i coglioni gli si vanno sfiammando.

Comunque spende quasi tutto quello che guadagno in psicofarmaci. Sua madre dice che non va bene e a cinquantadue anni dovrebbe trovare un lavoro migliore e non dare volantini che reclamizzano lo sconto del 25% per chi si abbona sei mesi alla piscina che c’è vicino a casa sua all’uscita della metropolitana per tre euro all’ora ma sono anni che cerca un lavoro migliore ma non lo trova perché la situazione è peggiorata in generale e anche per questo ogni tanto la notte sogna che va in un posto a lavorare, una specie di ufficio o qualcosa del genere, dove ha uno stipendio fisso anche di sette otto euro all’ora che un tempo erano quattordici sedicimila lire all’ora e si stava bene.

Suo padre gli racconta come era bello lui era un vero signore prima che lo lasciassero a casa lavorava in fabbrica tutti i giorni era un vero lusso gli davano la tuta e costruiva delle macchine ma era prima dell’euro.

La gente si ricorda il giorno maledetto che è arrivato l’euro.
Non è arrivato subito.
Per un po’ si poteva pagare sia in euro sia in lire e non si capiva quasi più un cazzo.
Poi è arrivata l’ora fatale e si è potuto pagare solo in euro e allora non si è capito più un cazzo assoluto.
Tipo che il caffè costava il doppio del giorno prima e robe del genere.
Tipo che dicevano che era arrivata L’Europa ma a me sembrava che era arrivata solo l’ansia e fuori dalle farmacie c’era la fila di gente per comperare gli psicofarmaci.
Cioè la gente andava al bancomat, prelevava i soldi nuovi e andava in farmacia a cambiarli con gli psicofarmaci e la vita si abbruttiva, iniziava un periodo che non manifestava le promesse di un auspicato miglioramento.

Io non ho mai capito cos’è l’Europa, ha detto il mio amico.
L’Europa è che c’è l’euro e tutti stanno male perché ci sono l’Europa.
E l’euro.

Così stamattina il mio amico ho preso la grande decisione, e ne è uscito.

 

Un mio amico americano una volta mi ha confessato

Un amico americano una volta mi ha confessato che da loro non si parla più di noi Italiani da quando non c’è più quel politico buffo che faceva ridere tutti, “Belusconni”. Infatti ormai l’Italia da loro non era più solo mafia pizza e mandolino ma soprattutto Belusconni e che c’erano tante storie su di lui che non si capiva più se erano leggende o verità, e comunque dei suoi amici erano venuti in Italia apposta per conoscere Belusconni e erano riusciti a farsi fare un selfie con lui che faceva le corna.
Erano tempi.
Erano bei tempi.
Mi ha chiesto se era vero che una volta era processato e allora lui faceva gli spettacoli porno a casa sua con le spogliarelliste vestite uguale alla giudice che lo giudicava.
Mi ha detto che figo quella volta che aveva fatto uno scherzo facendo cucù alla capa della politica tedesca e che poi la chiamava “culona inchiavabile”. Io gli ho detto che era tutto vero anzi lo scherzo del cucù si trova su YouTube ancora, e che comunque quelle due cose avevano contribuito a fargli perdere credibilità in Europa e per quello lo avevano mandato via.
Lui era molto dispiaciuto e ha detto che la gente del mondo è troppo seria e per questo non capisce l’Italia e che il mondo deve essere contento di avere un paese come il nostro in cui la gente si diverte, specialmente in un momento come questo che è difficile per tutto il pianeta.
“Almeno non ci tolgano l’Italia”, ha detto.
Io gli ho fatto di sì con la testa.
Lui, scuoteva la testa.
“Come facciamo senza l’Italia”, ha ripetuto.
Anch’io ho scossi la testa.
C’è bisogno, d’Italia.

 

Un mio amico ha sciolto la moglie nell’acido ma non era molto capace

Un mio amico ha sciolto la moglie nell’acido ma non era molto capace di compiere azioni di questo tipo e inoltre non aveva calcolato che abitava in un condominio con le pareti di cartongesso in cui gli odori si diffondono subito.

Si era creata una specie di nebbia densissima e puzzolente e per non morire anche lui ha dovuto aprire le finestre e così sembrava di essere a Seveso. Seveso, come c’è scritto su Wikipedia, è un comune italiano di 22.877 abitanti della provincia di Monza e Brianza in Lombardia.
Tanti anni fa era diventato famoso perché da una fabbrica lì vicino si era sprigionata una nube tossica di diossina che non andava bene respirare. C’è tutto spiegato bene, su Wikipedia.
C’era stato un casino.
Storie di morte.
Storie di nebbia brutta.

La nebbia scaturita dallo scioglimento della moglie del mio amico dentro la vasca da bagno uguale e così vennero subito i vicini di casa a chiedergli cosa era successo, ma appena gli suonavano e lui apriva la porta usciva quella nebbia maledetta e tutti scappavano e lui per paura che chiamassero la polizia convinse i vicini di pianerottolo a tornare per dirgli cosa era successo anche se la strategia era infelice perché la nube si stava diffondendo ovunque ma lui niente si è messo a strillare venite, venite, vi spiego tutto, è una cosa che poi passa non c’è di che allarmarsi.

Così è uscito lui di casa si è chiuso la porta alle spalle la gente è scesa dai piani di sopra e da quelli di sotto e ha improvvisato sul pianerottolo una specie di piccola conferenza per provare a spiegare cosa era successo.
Era la prima volta che teneva un discorso in pubblico ed era molto emozionato, e si sentiva anche un po’ timido perché come succede spesso nei caseggiati non aveva la minima idea di chi fosse quella gente anche se in poche decine centinaia di metri quadri condivideva con lui, magari da chissà quanto tempo, la vita se così si può chiamarla.

Nei condomini, la gente tende a incontrarsi poco.
Quella era un’occasione per conoscersi, per scambiarsi due parole.
Ma era anche una situazione d’emergenza.
La gente era molto nervosa e lui non sapeva che pesci pigliare.
Doveva muoversi, imbastire un discorso che fosse in grado di spiegare la realtà, di convincere che anzi quella nube era una cosa come le altre che succedono.
Tutto in fondo succede.
Ma non gli veniva in mente niente.
Era un meccanico, non un politico.
Gli ultimi anni erano andati male, per lui.

Colpa della crisi.
Non riusciva più a mantenersi.
Non riusciva più a mantenere se stesso la moglie che ormai era disoccupata da anni. Ma quella era la verità. E lui doveva inventare qualcosa di plausibile, che tutti non raccontano mai la verità ma il verosimile.
Il verosimile è sempre più efficace del vero.
Il vero, non si sa mai se esiste.
Il vero, forse è un’invenzione di chi ha i soldi per farti credere vero l’inverosimile.
Il vero, è una questione di fede.
Il vero, lasciamo stare.

Comunque non gli veniva in mente niente.
Guardava la folla sulle scale e diceva che non era niente, che adesso avrebbe spiegato tutto ma il tempo passava e c’era molta irritazione, molto spavento sui volti dipinti davanti a lui. Questo fino a che un uomo non si è messo a sbraitare che voleva vederci chiaro. Così si fasciò il volto con una specie di sciarpa e malgrado le resistenze del mio amico entrò in casa sua.
Tra le nebbie, giunse nel bagno e distinse il corpo sciolto ormai irriconoscibile.
Siccome ormai c’era ben poco da salvare, il mio amico disse che sì, aveva sciolto la moglie nell’acido, perché non arrivavano a 800 euro al mese in due.
Tutti i condomini entrarono a turno.
Qualcuno ha iniziato a piangere.
Gli ha dato uno pacca sulla spalla.

“Su dai, ce la faremo”, gli ha detto.


Aldo Nove


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