Ho deciso di voltare pagina. Quindici anni pieni di soddisfazioni a livello sportivo e umano, ma anche di sacrifici, non solo in mischia. Giornate, settimane, mesi scanditi da allenamenti e partite, ritiri e trasferte con la squadra. Mai un Natale a casa con la famiglia. Due settimane di vacanze in estate. Orari fissi da rispettare per colazione, pranzo, merenda e cena da condividere con il gruppo. Iniziavo a sentirmi un pesce fuor d’acqua e avevo assoluto bisogno di respirare, di prendermi del tempo tutto per me.
Così alla fine dell’estate ho deciso di partire da solo per gli Stati Uniti per fare un viaggio in camper e trascorrere anche qualche giorno al Burning Man, un raduno nel deserto dove viene costruita per l’occasione una città, che poi viene smantellata. Un posto unico dove riflettere, discutere e meditare. Ascoltare musica ma anche pensare al quotidiano perché pur dovendo portare tutto quello che serve capita che manchi qualcosa e quindi bisogna fare affidamento sulla generosità e disponibilità degli altri. Anche la connessione internet era praticamente inesistente e questo ha facilitato i rapporti con chi incontravo.
Oggi siamo troppo dipendenti dai social e spesso lasciamo da parte i rapporti umani, quelli reali. Con il cellulare ci sembra tutto più semplice, in realtà a volte si perde di vista la realtà. Non si guarda più in faccia una persona per conoscerla e si condivide tutto via web. Così se sei nel deserto in estate e hai problemi col condizionatore che decide di smettere di funzionare non basta un appello sui social con l’hastag giusto ma devi andare a bussare al vicino di piazzola che non sai nemmeno che lingua parli. I camperisti sono un po’ come una grande famiglia in ogni parte del mondo e ho subito trovato dei ragazzi disposti ad aiutarmi. Sulla mia strada ho incrociato gente diversa, di tutti i tipi, che ha saputo apprezzarmi per quello che sono – ignorando totalmente la mia vita da rugbista – e che mi ha scelto come persona, per quello che penso, dico e faccio. Per essere semplicemente Martin.
Così ho iniziato a riassaporare la libertà. A dare importanza alle piccole cose. A sentirmi bene e a vivere.