“Forse non sapete ancora di essere lupi. Qualunque lupo abbiate scelto di essere o siate diventati, non arrendetevi, combattete, lottate, fino a che l’ultimo soffio di aria vi attraversa i polmoni, siate come i lupi…”
Una studentessa di Scienze Naturali si è messa sulle tracce dei lupi, le serviva per la tesi di laurea cercare segni di presenza del lupo per studiarne la genetica. Non li ha più lasciati. Oggi Mia Canestrini è una lupologa sull’Appennino tosco emiliano, è tra le più preparate e insegna alle persone a convivere con questo animale che spaventa e attrae.
L’esperienza personale di Mia si intreccia con la storia più grande del lupo in Italia, ed è il racconto di un amore sconfinato, di cuccioli salvati e rimasti nel cuore, come Achille, e di altri perduti, un amore a volte corrisposto, a volte no. Ed è anche la storia di come i lupi le hanno insegnato a seguire la strada della libertà. Ne è nato un libro “La ragazza dei lupi. La mia vita selvaggia tra i lupi italiani” (per acquistarlo clicca qui)
«Cercavo lupi, ho trovato me».
«Il mio lupo mi ha tagliato la strada un pomeriggio d’estate a pochi chilometri da casa. È balzato nella provinciale all’improvviso, ma calmo, e l’ha attraversata con un passo lento e sicuro, quasi a non sfiorare l’asfalto. Si è voltato a guardarmi, ci siamo fissati un istante, il tempo di lasciarmi un messaggio, e come un angelo è sparito, infilandosi nella vegetazione fitta oltre la cunetta. Mentre tutto sembrava insuperabile, il lavoro finire, il fallimento chiudere il cuore in una morsa, le amicizie allontanarsi, mentre la vita sembrava collassare su se stessa, un lupo è apparso come un lampo di luce alle porte del mio inferno personale. La sua apparizione senza senso, in un luogo strano, a un orario altrettanto strano, mi ha donato una grande fiducia nel futuro, nonostante nulla in quel momento sembrasse avere soluzione. Ma io gli ho creduto, ho stretto i denti. A volte gli angeli custodi assumono strane sembianze».
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