
Un disco d’esordio registrato in presa diretta, ambizioso nella forma e nei contenuti, quello di questo trio indie/pop/jazz guidato dall’incantevole voce di Elisabetta Pasquale (anche contrabbasso), con Domenico Cartago (pianoforte/tastiere) e Luca Abbattista (batteria/percussioni). Un disco intimo, preciso come una foto: senti la sua immediatezza, il suo crescere canzone dopo canzone, non necessariamente legate, se non dall’emotività dell’attimo.
In questo, il pezzo più bello è “La stanza del tè”, piano/voce essenziale nella sua intimità, canzone d’amore da cantautori senza rime baciate. Vicina ad essa la title-track “Argo”, autentico jazz indie-italico con vocalizzi da pelle d’oca, ancora il pianoforte e un testo molto personale. “Fili d’oro” ricorda una giovane Cristina Donà, per l’atmosfera carezzevole, pop arricchito dalla tromba e da una voce maschile accanto a quella di Elisabetta, “Keep Quiet” è sensuale a tratti morriconiano, mentre “Polo nord” potrebbe benissimo essere una puntuale cover degli Ustmamò.
“Argo” nel mito è sia un cane, che con pazienza aspetta il suo padrone Ulisse, sia la nave che va a cercarlo. In questo bipolarismo va cercato il senso dell’album, di una ragazza di oggi, le sue speranze, le sue paure, i ricordi e l’avventura. La copertina, con l’imbarcazione in mezzo alla tempesta dei suoi capelli, fa il resto. Adatto a chi ama le migliori nostre cantautrici.
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