Scuola (di nuovo) in presenza: sarà un errore?

di Valerio Fiormonte

Scuola

È ufficiale: da mercoledì 7 Aprile riaprono i battenti scolastici fino alla prima media. Tra favorevoli e contrari, dati imprecisi e pubblicazioni di team di esperti, il dibattito si è acceso un’altra volta.

Foto di Max Fischer da Pexels

Scuola in presenza in tutta Italia

Mercoledì 7 Aprile i bambini di tutta Italia, fino alla prima media, torneranno in aula almeno fino a fine mese: è quanto deciso ufficialmente dal Decreto Legge n. 44, art. 2 del 1 Aprile.

Dal 7 al 30 Aprile 2021, quindi, si assicura su tutto il territorio nazionale, indipendentemente dalla zona di appartenenza, lo svolgimento in aula delle lezioni: scuola dell’infanzia, primo ciclo di istruzione (elementari) e primo anno della scuola secondaria di primo grado si siederanno nuovamente sui banchi di scuola.

Il provvedimento non accetta deroghe nemmeno da parte dei Presidenti delle Regioni: si potrà chiudere solo in casi particolari ed in edifici singoli, soggetti eventualmente a focolai.

Zona gialla, arancione e rossa

Nelle Regioni gialle (al momento ed almeno fino a Maggio non presenti) ed arancioni, non saranno solo i bambini fino alla prima media a rientrare in classe ma anche parzialmente tutti gli altri: tra il 50% ed il 75% nelle scuole secondarie di secondo grado (gli altri chiaramente in Didattica A Distanza) ed al 100% nelle classi seconda e terza media.

Nelle Regioni rosse, invece, dalla seconda media in poi tutti quanti in DAD, eccezion fatta per gli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali.

In tutta la Nazione rimane in ogni caso assicurata l’opzione di svolgere attività nei laboratori.

Un errore?

Non tutti hanno accolto di buon occhio le nuove disposizioni in merito alle riaperture: è il caso in particolare del primario dell’Ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli.

Secondo Galli, l’obiettivo doveva essere quello di “mantenere le chiusure per tutto Aprile, intensificando la vaccinazione”; solo in questo modo si sarebbe potuto assistere ad un cambio di scenario.

Il primario si dice consapevole e comprensivo della situazione di difficoltà che stanno vivendo le famiglie italiane con figli minori, soprattutto nel conciliare il lavoro con l’accudimento; ribadisce però che un sacrificio di un altro mese sarebbe stato necessario.

Cosa dicono i dati

Rientrare a scuola è sicuro oppure no? Cosa ci dicono i dati?

Fondamentalmente, che dati precisi in sé non ci sono.

È quanto ha affermato il Presidente dell’ISS Silvio Brusaferro durante la conferenza stampa sul monitoraggio della Cabina di Regia: “Ci sono molte pubblicazioni in merito al tema scuola. Il dato reale è che i dati precisi in sé non ci sono. Si considera la fascia d’età”.

Gli unici dati in merito quindi a circolare sono quelli relativi a studi e pubblicazioni, l’ultimo dei quali, datato metà Marzo, è stato condotto da un team di medici, biologi, epidemiologi e statistici secondo i quali non sembrerebbe esserci alcuna correlazione tra le scuole aperte ed un maggior numero di contagi: anzi, paradossalmente sembrerebbe che la scuola sia uno dei luoghi più sicuri per il contenimento grazie alle misure restrittive adottate.

In conclusione, favorevoli o contrari, dati o meno, da mercoledì 7 Aprile si riapriranno per l’ennesima volta le aule: cosa comporterà di preciso è impossibile saperlo con anticipo; rimane solo obbligatorio un monitoraggio costante.