Scuola: è sicuro tornare in classe?

di Valerio Fiormonte

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Scuola: è sicuro tornare in classe?

Da un lato le continue dichiarazioni e rassicurazioni sulla sicurezza del rientro da parte del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, della Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina e del Comitato Tecnico Scientifico (Cts); dall’altro lo scetticismo e le richieste di alcune Regioni e degli stessi studenti delle scuole superiori, che non si sentono affatto sicuri a tornare in classe dopo le vacanze natalizie.

Le modalità del rientro: ingressi, trasporti e screening

Le scuole superiori riapriranno i battenti il 7 Gennaio.

Prima, però, sarà doveroso prendere precauzioni, come d’altro canto era già stato fatto a Settembre per la prima apertura: in primis, l’obiettivo del Governo è quello di ridurre gli ingressi, che non saranno totali, ma al 75% e suddivisi comunque in fasce orarie.

Il sistema dei trasporti andrà organizzato ad hoc, potenziandolo anche grazie a bus e navette private; in aggiunta, verrà incentivato lo smartworking per i dipendenti pubblici, al fine di “sgonfiare” la pressione sui mezzi di trasporto durante le ore di punta, e l’apertura dei negozi potrebbe essere posticipata alle 10.30. Infine, si punta ad uno screening di massa per tutti coloro che vivono la scuola: insegnanti, operatori e studenti, anche tramite il sostegno dell’Esercito se necessario.

Ritorno in classe – la spinta del Premier

Chi si è espresso in questi giorni è in particolar modo il Premier Conte, il quale ad un evento organizzato dalla Ministra Azzolina:

“Ripensare l’educazione nel XXI secolo, l’obiettivo è far tornare in classe ragazzi e ragazze dal momento che “la didattica si è dimostrata una risorsa e condividere la scuola insieme agli insegnanti è un valore fondamentale”.

Le richieste delle Regioni

D’altro canto, non tutti i Presidenti di Regione sono favorevoli al rientro: tra questi, in particolare i Presidenti Luca Zaia (Veneto) e Vincenzo De Luca (Campania) chiedono che la percentuale di studenti che tornano in classe sia più bassa, almeno del 50%. È inoltre vietata la richiesta di chiudere definitivamente le scuole, come accadde a Settembre proprio in Campania.

Le preoccupazioni degli studenti

Molti studenti infine, come riportato da un’intervista del Sole24Ore, si sentono prigionieri della DAD e tornerebbero volentieri a scuola, qualora le condizioni garantissero sicurezza, a partire dai trasporti per chi vive fuori città.