
Più passa il tempo, più il nodo della scuola diventa stretto: le scuole superiori dovevano tornare in presenza al 50% il 7 Gennaio, poi è slittato tutto a lunedì 11 Gennaio; adesso invece le Regioni si stanno regolando autonomamente.
Rientro scolastico – chi è in classe
Gli unici a rientrare il 7 Gennaio sono stati i bambini della scuola primaria ed i ragazzi delle scuole medie, ad eccezioni delle Regioni Sicilia e Puglia: in Sicilia il governatore Musumeci ha emanato un’ordinanza per lasciare chiuse scuole elementari e medie fino al 16 Gennaio; in Puglia il governatore Michele Emiliano ha stabilito che, non essendoci i presupposti per riaprire ora, rimarranno chiuse fino al 15 Gennaio.
Per gli studenti delle scuole superiori, invece, si dovrà ancora attendere e soprattutto non ci sarà un rientro uniforme.
L’unica eccezione al momento è dettata dal Trentino Alto Adige, che ha fatto rientrare i suoi studenti in presenza al 75%.
Lunedì 11 Gennaio – chi rientra
Gli unici studenti delle scuole superiori a rientrare in classe già da lunedì 11 Gennaio saranno quelli delle Regioni Toscana, Valle d’Aosta, Abruzzo e Basilicata.
Queste tre Regioni, infatti, hanno registrato in questi giorni un indice di contagio Rt inferiore a 1 (la Valle d’Aosta 1,07 ma senza decessi da qualche giorno).
Il rientro Regione per Regione
Per quanto riguarda le altre Regioni, invece, ognuno si è regolato in maniera autonoma; in particolare la situazione in questo momento prevede:
- Calabria, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Marche, Sicilia e Sardegna: rientro previsto per il 1 Febbraio;
- Lazio, Piemonte, Liguria, Puglia e Molise: rientro previsto per il 18 Gennaio;
- Emilia Romagna, Campania, Umbria e Lombardia: rientro previsto per il 25 Gennaio;
Il commento della Ministra dell’Istruzione
La Ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, si è sfogata sulla situazione in una intervista per il Corriere della Sera: oltre ad aver sottolineato che il 23 dicembre era stato preso un accordo con le Regioni per il rientro del 7 Gennaio, il punto portato avanti dalla Ministra è che i ragazzi se non vanno a scuola si riuniscono comunque e non in una situazione di sicurezza come sarebbe quella all’interno della classe, con mascherina, igienizzante, e banchi separati.
“Il problema”, ha concluso la Azzolina, “è culturale e non sanitario”.
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