Scuola: un anno di DAD e Coronavirus

di Valerio Fiormonte

Scuola

È passato più di un anno dall’introduzione della DAD (Didattica A Distanza), eppure non si vedono miglioramenti o ritorni alla normalità, anzi: da lunedì 15 marzo 10 regioni tornano in zona rossa, con la conseguenza che i battenti delle scuole verranno richiusi un’altra volta.

Le tappe di un anno di DAD

5 Marzo 2020: il Governo Conte, a causa dell’aggravarsi della situazione sanitaria nata dal Covid-19, dispone la chiusura immediata delle scuole in tutta Italia, portando la didattica dalla presenza alla distanza.

Per la prima volta nel nostro Paese, dopo forse aver chiuso gli occhi un po’ troppo, ci si rende conto che c’è un enorme problema troppo a lungo ignorato; come dicono gli inglesi, un elephant in the room (elefante nella stanza): il nostro elefante è il ritardo o la totale mancanza delle infrastrutture tecnologiche necessarie alle famiglie italiane per poter utilizzare Internet dentro casa.

Al 26 Marzo 2020, la Didattica A Distanza (DAD) è stata attivata solo per 6.7 milioni di alunni, prevalentemente del Centro-Nord Italia; gli altri 1.6 milioni, tra cui innumerevoli bambini delle scuole elementari, non hanno Internet o non hanno proprio un computer su cui poter seguire le lezioni.

L’anno scolastico viene “salvato” dal Decreto-Legge 8 Aprile 2020, n. 22, “Misure urgenti sulla regolare conclusione e l’ordinato avvio dell’anno scolastico e sullo svolgimento degli esami di Stato”: tutti promossi, niente più regola della frequenza obbligatoria oltre i 200 giorni e nuove disposizioni per l’Esame di Stato della terza media e della Maturità.

Già, la Maturità.

Niente più temute prove scritte.

Niente tema nazionale e niente seconda prova caratteristica a seconda dell’Istituto Superiore.

Solo l’esame orale, che probabilmente in una condizione scolastica così spenta non è stato vissuto con quella “euforica ansia” che ha caratterizzato generazioni di studenti nei decenni precedenti.

DAD e impatto psicologico

 

La scuola in quest’anno è stata e continua ad essere al centro delle attenzioni, come sicuramente non è mai stata prima di questa emergenza.

Si sono sentite le opinioni più disparate su come gestire la situazione e purtroppo si sono sentite anche accuse nei confronti dei nostri ragazzi: nullafacenza, ignoranza, vacanza.

Quello che forse sfugge a chi vive da esterno questa situazione, è che saltare la scuola un giorno o una settimana può essere una festa, ma vivere gli anni scolastici dietro uno schermo è un disagio.

La scuola non è solo un luogo in cui si passa ore seduti su una sedia ad ascoltare la professoressa di matematica che spiega i teoremi: la scuola è soprattutto un luogo in cui ogni studente e studentessa inizia a misurarsi con sé stesso ed a vivere le prime “simulazioni” di vita reale, sentimentale, sociale.

Vivere le proprie amicizie o le proprie relazioni al di fuori del contesto scolastico, con l’aggiunta di restrizioni fisiche (rispettate o meno), è totalmente diverso: il senso di comunità e di gruppo non è rafforzato dalle piccole sfide di verifiche, interrogazioni, studiare e risolvere problemi insieme.

Manca quell’equilibrio tra “dovere e piacere”, manca il guadagnarsi il divertimento, l’uscita pomeridiana.

E tutto questo per forza di cose ha un impatto a livello emotivo e psicologico sui nostri ragazzi, che non riescono ad avere più un confronto vero sia con una figura adulta che con i propri coetanei: tutto annega nel virtuale.

In un focus per il Corriere della Sera scritto da Walter Veltroni si parla proprio di questo, ossia le sensazioni che stanno vivendo gli studenti italiani; emerge che il “nemico più grande” non è l’ignoranza, la solitudine o lo stress: è l’apatia.

La mancanza di stimoli reali: questo è il vero problema che dovremo e dovranno affrontare i nostri ragazzi quando questa situazione sarà finita; non il gap culturale, che comunque è relativo perché le lezioni, seppur in modalità diversa, si tengono ed i compiti vengono svolti.

Un problema vero e serio, che non vede luce ma al contrario vede altre chiusure, già dalla settimana prossima.

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Foto da Unsplash

Zone rosse: si torna in DAD

Lazio, Lombardia, Piemonte, Puglia, Veneto, Marche, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Trento: queste le Regioni ed i territori che torneranno rossi da Lunedì 15 Marzo 2021.

In base all’ultimo DPCM, gli studenti di queste Regioni resteranno a casa: quasi 6 milioni di studenti di nuovo in DAD al 100%.

Pensavamo e speravamo che con l’attivazione della campagna vaccinale la situazione già da questi primi mesi potesse migliorare, ma purtroppo non è ancora così.

E sembra di essere tornati esattamente ad un anno fa.