
Facciamo che tu, lettore, lettrice, hai 12 anni. Magari li hai veramente, ma se così non fosse immagina, ricorda come eri. Bene, ora che hai 12 anni prova a pensare al segreto più segreto che tu possa mantenere, quello che è meglio se non lo dici a nessuno nessuno altrimenti sono guai: non sei entrato a scuola? Di più. Hai rotto la bici di tua sorella? Di più. Hai ferito per sbaglio il gatto della nonna? Di più. Di più. Di più. Deve essere un segreto che ti condizionerà tutta la vita, che a 12 anni puoi condividere solo con chi è come te e sa di esserlo…
Te lo svelo, uno dei segreti più segreti che alcuni ragazzi di 12 anni sono oggi costretti a mantenere in Italia, tra noi, è di avere l’HIV, il virus dell’AIDS. Se nasci sieropositivo e quindi hai l’HIV non per forza ti ammali di AIDS perché la ricerca è andata molto molto avanti negli ultimi anni. Quindi se uno si cura avrà sempre l’HIV ma non avrà mai l’AIDS. Ma devi mantenere il segreto, ed è questa la cosa più difficile.
“Mi hanno detto che non devo aver paura perché non cambierà nulla, ma ora che lo so devo fare attenzione, non devo dirlo a nessuno, perché la mia malattia spaventa più quelli che non ce l’hanno che quelli che ce l’hanno.”
Questo è quello che ho imparato leggendo il libro di Giovanni F., 12 anni, quasi 13, che racconta i giorni in cui scopre per caso di avere l’HIV e racconta le persone come lui che conoscerà e la vita normale che si potrebbe cercare di fare, senza essere un pericolo per nessuno, se solo gli altri capissero, se solo gli altri sapessero e non si facessero prendere da quella che Giovanni F. definisce pauranza: paura + ignoranza.
Giovanni F. è uno pseudonimo, non è vero nome. Giovanni F. sta per Giovanni Falcone, il mito del nostro giovane autore che non può svelare la sua identità. Nel libro ci sono i suoi amici, gli altri ragazzi dell’ospedale Sacco che come lui sono nati e cresciuti con l’HIV, c’è la madre, che gli ha trasmesso il virus, ci sono gli ex bambini diventati adulti nonostante tutto e che gli raccontano come è stato, c’è il rap che ti porta via dalla paranoia.
Giovanni F. ti fa capire come è scoprire di avere l’HIV durante una vita normale e continuare a fare quella vita, magari rendendola solo un po’ più speciale.
“Non è che ci pensi tanto a quella sigla, H-I-V, quindi… Non diciamo bugie: un po’ ci penso, sì, ma penso anche ad altro. Chi ci sarà al parchetto nel pomeriggio per giocare a calcio? Che si mangia a mensa? Quest’anno il Milan ce la fa ad andare in coppa?”
Un libro dolce, intenso e leggero come solo a 12 anni potresti mai essere su un argomento così difficile.
Allora lettore, lettrice, sei riuscito, riuscita, ad immedesimarti? Hai avuto 12 anni, hai scoperto, solo per il tempo di questa lettura, di avere l’HIV e di non poterlo dire a nessuno? Hai sofferto? Perché certe volte solo… se hai sofferto puoi capire.
Lascia un commento