
O meglio, andrebbe benissimo se poi non si venisse a scoprire che quei brani non sono di chi li scrive, ma di chi li ascolta. Ancora meglio mi dirà lei, e invece è proprio questo il punto. Io voglio sapere esattamente con chi ho a che fare. Ho bisogno di sapere di chi e cosa raccontino quelle canzoni e non mi va proprio di scoprire che l’autore un bel giorno ha semplicemente radunato pensieri a caso o discorsi da bar rubati a chissà chi. Nossignore. Le canzoni devono fornirmi un’esatta mappa sentimentale e caratteriale di chi sto ascoltando e non accetto approssimazione per risposta.
“Mister Harrison, chi aveva in mente quando ha scritto Something?”
“Mia moglie Patty naturalmente. Aspetta un po’, ma che sto dicendo, quella stronza se ne è andata con Eric Clapton. Pensavo a Ray Charles, al mio grande e fraterno amico Ray…”
Insomma, capisco che rispondere sempre alla stessa domanda sia snervante, ma prendersela per un tranquillo scambio di mogli? Ecco, io non so se lei ne è al corrente, ma l’intera storia del rock si fonda più o meno su questo principio. Un principio di corna e burla che in tutta franchezza, per quanto mi dedichi a ricostruire con ostinazione l’intero puzzle, a volte mi avvilisce al punto da non potere fare a meno di rivolgere le mie lamentele a qualcuno. Qualcuno che come me sia andato a scandagliare nella vita di queste persone e si sia improvvisamente reso conto di avere a che fare con un grandissimo stronzo, nascosto sotto il tappeto.
Grazie per l’ascolto.
Laura Gramuglia
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Cara Laura,
a parte che non sta bene scandagliare nella vita delle persone che poi come vedi c’è il rischio di trovarti davanti a cose sgradite e molto grandi sotto il tappeto. Che poi se sei arrivata fino al tappeto significa che sei entrata nelle case di queste persone, ed entrare nelle case delle persone non si fa, Laura. Primo perché è contro la legge, secondo perché non è così che si arriva alla mappa sentimentale e caratteriale di chi scrive le canzoni.
Come quel giovane personaggio di quel libro che era giovane anche nel titolo e pensava a come sarebbe stato bello riuscire a parlare con l’autore del libro che stava leggendo, allo stesso modo tu vorresti parlare con gli autori delle canzoni che ti piacciono moltissimo per capire perché hanno scritto quelle canzoni e probabilmente visto che sei lì fare anche due chiacchiere in generale.
Ci sembra giusto, è una richiesta plausibile, però non si può, Laura. Inizia a fartene una ragione. Se non ce l’ha fatta Holden Caulfield che è dal 1951 che ci prova non vedo come possa riuscirci tu. Lo stesso George Harrison, se ricordo bene, potrei sbagliare ma al limite mi mando un reclamo, diceva che spesso riusciva a capire il significato delle canzoni che scriveva grazie alle interpretazioni dei critici. Ecco perché non riuscirai mai a capire con chi hai a che fare: perché non lo sa nemmeno lui.
Perciò, Laura, da ora in poi smettila d’indagare sul significato di certe canzoni che gli autori hanno voluto nascondere sotto ai tappeti e inizia a concentrarti su nuovi orizzonti musicali. Ad esempio la Sinfonia in Blue di George Gershwin sembra stata scritta apposta per te: è bellissima, combina elementi di musica classica a sinfonie jazz ma soprattutto, a scanso di equivoci, non ha una riga di testo.
Cordiali saluti,
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