Per la prima volta in Italia arriva la traduzione di “La stagione della Strega” di James Leo Herlihy: un romanzo molto bello, il diario di Gloria, 17 anni, che fugge di casa con il suo migliore amico John e dalla provincia americana vanno a New York in cerca di vita (se vuoi acquistarlo, clicca qui).
Siamo nel 1969, gli anni della grandi rivoluzioni, della scoperta di se stessi attraverso la lotta alle famiglie, ai modelli. È l’anno dell’atterraggio del primo uomo sulla Luna, del mega concerto di Woodstock, di Jim Morrison arrestato per atti osceni in luogo pubblico, dei massacri in Vietnam e della resa americana, è l’anno della nascita di internet: riescono a trasmettere una parola a 500km di distanza.
5 febbraio 1969, Wikipedia dice che la popolazione degli USA supera i 200 milioni di individui, un mondo. 1969, escono due grandi film rappresentativi di quell’America: Easy Rider e Un uomo da marciapiede (Midnight Cowboy) , tratto da un romanzo scritto da James Leo Herlihy, proprio l’autore del libro che vi sto raccontando.

Gloria e John di tutte queste cose del ’69 non sanno niente, ci sono dentro, le vivono, loro vogliono solo andare a New York, lei per fuggire a una madre appiccicosa e ritrovare il padre sconosciuto, lui per due sacrosanti motivi: non partire e morire o diventare matto per mano dei Viet Cong e magari per riuscire a N.Y. ad andare a letto con George Harrison.
Un diario on the road, pieno di avventure metropolitane e di riflessioni di una ragazza ribelle, sfacciata, adolescente. Due amici liberi tra nuovi amici fricchettoni, fattoni, santoni, animali metropolitani…
A distanza di 50 anni una storia che descrive benissimo le inquietudini e la ricerca di se stessi tipiche dei ragazzi forse in tutte le epoche. Scritta da un uomo anziano.
Con questo libro riscopriamo James Leo Herlihy, uno tra i più importanti (e dimenticati!) autori americani del Secondo dopoguerra. Vicinissimo a Burroughs, Bowles e ad Anaïs Nin (che accudì nei giorni della malattia) era considerato, da Tennessee Williams, la voce più luminosa e perfetta che si fosse vista dai tempi di Carson McCullers. La sua grandezza, con questo libro, è stata quella di dare voce a una ragazza di 17 anni, riuscendo a rendere benissimo le contraddizioni, i desideri, le paure e la spavalderia di quell’età con uno stile asciutto e pulito proprio dei più grandi autori americani.

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