Ci siamo quasi: ancora qualche giorno e inizia l’estate! Certo, considerando il periodo che stiamo trascorrendo non sarà sicuramente come ogni anno, ma l’estate rimane comunque estate! Non è semplicemente il mare, o il sole, o il caldo: è proprio quella sensazione di pausa e relax che si sente nell’aria a renderla una stagione speciale. Eppure non tutti la amano, anzi: la protagonista di una nuova serie televisiva italiana, attualmente in onda su Netflix, non può proprio sopportarla. Stiamo parlando di “Summertime”, la teen serie diretta da Lorenzo Sportiello e Francesco Lagi, ambientata in Emilia-Romagna.
La serie conta 8 episodi e racconta le vicende di un gruppo di adolescenti, in particolar modo dei protagonisti Ale (Ludovico Tersigni) e Summer (Coco Rebecca Edogamhe): lui è una giovane promessa della MotoGp; lei, a causa del suo nome così particolare, odia con tutto il cuore l’estate a forza di sentire la gente chiederle perché si chiami così. Insieme a loro ci sono Dario (Andrea Lattanzi), Sofia (Amanda Campana), Edoardo (Giovanni Maini) e Blue, la sorella di Summer (Alicia Ann Edogamhe).

Bisogna essere sinceri: da come si presentava nella prima puntata questa serie sembrava un mezzo disastro. Le incertezze degli attori, tutti giovanissimi e palesemente alla loro prima esperienza, i dialoghi spesso forzati o incomprensibili per motivi di pronuncia o di audio, le inquadrature dubbie e le canzoni a caso fatte partire senza un criterio incitano molto ad abbandonarla subito. Se gli si dà una possibilità, però, si scopre che (a parte tecnicismi un po’ dubbi nel primo episodio) questa serie ha qualcosa da raccontare. Forse non qualcosa di eccessivamente originale, ma sicuramente qualcosa di fortemente emotivo, a partire in primis dai rapporti conflittuali dei protagonisti con i rispettivi padri, fino ad arrivare ai rapporti tra i ragazzi stessi.
I nervosismi, i dubbi, i momenti di fibrillazione adolescenziali sono estremamente realistici e non è difficile rispecchiarsi nelle scelte dei personaggi; la paura di confessare i sentimenti, di essere abbandonate dall’amica del cuore che si fidanza, quel briciolo di egoismo e di senso di immortalità fanno da colonne portanti di una serie che dà molto spazio all’aspetto psicologico, più che alla trama in sé.
Ale potrebbe essere il classico ragazzo che si sente superiore a tutti perché di famiglia ricca, perché bello, perché famoso e talentuoso: e invece no. È un bravo ragazzo che sì, ogni tanto ha i suoi momenti euforici (com’è giusto che sia), ma che in realtà vive una profonda crisi conflittuale col padre e con sé stesso perché non è convinto che le scelte del genitore sul suo futuro siano le stesse che vorrebbe lui. A dimostrazione del fatto che non è vero che la vita per alcune persone è per forza liscia come l’olio, ma anzi, più hai i riflettori puntati addosso e più le persone intorno a te si aspettano qualcosa, e questo lato viene espresso con estrema precisione dai creatori della serie.

Summer vive un amore/odio col padre, che gira il mondo da musicista e sembra fregarsene della sua famiglia. Vede la madre faticare e sorridere nonostante il peso di un lavoro precario e due figlie da mantenere, ma allo stesso tempo non fa altro che pensare al padre, sottolineando la sua fragilità dovuta al senso dell’abbandono. Fragilità e paura che sfoga fidandosi solo dei suoi due amici, e facendo letteralmente dannare Ale quando si innamora di lei.
Da sfondo, la bellissima riviera romagnola, uno dei tanti orgogli turistici del nostro Paese. Insomma, Summertime è una serie apparentemente spensierata ma che dà molto su cui riflettere, alla quale a mani basse perdoniamo qualsiasi errore o incertezza innocente perché, davvero, merita di essere guardata.
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