
Oggi come oggi, internet è assolutamente normale. Cioè, magari non stiamo a parlare di ping, indirizzi IP, DNS… ma è normale essere sempre connessi a internet, sempre in contatto. Tanto che spesso ti viene solo voglia di essere lasciato in pace. Non troppo però, eh, che se no poi sale l’ansia.
Il primo sito web della storia
Tutta questa normalità ha avuto inizio un giorno preciso, il 6 agosto 1991: giorno in cui un uomo, in Svizzera, mise on line il primo sito web della storia. Quel sito non conteneva foto di gattini o di gente nuda, come sarebbe logico pensare per uno che vive nel 2020. No, quel sito parlava del world wide web: cos’era, come avrebbe potuto funzionare, e perfino rendere migliore il mondo. Che erano poi le intenzioni dell’uomo che aveva avuto quell’idea, uno scienziato inglese di nome Tim Berners Lee (che poi è il signore che vedete qui sopra).
Adesso, in Inghilterra, gli hanno dato anche il titolo di sir, baronetto. Ma questo non è importante, l’importante è che la visione del futuro di Tim Berners Lee era piuttosto chiara già in quel lontano 1991. Intendiamoci, lui non ha inventato internet, non ha inventato la rete delle reti, ma piuttosto il modo in cui quella rete si sarebbe dovuta strutturare, come uno spazio in cui ogni informazione è un punto su una mappa in continua espansione, e in cui ogni punto può essere identificato in maniera univoca. Insomma, la sigla WWW e tutto quello che c’è scritto dopo, bè, è farina del suo sacco.

Dal CERN all’MIT
In quel 1991, dicevamo, Tim Berners Lee lavorava al CERN di Ginevra, centro di eccellenza scientifica internazionale, sotto la supervisione del direttore Carlo Rubbia. Quest’ultimo e gli altri membri del consiglio direttivo, però, ritennero che non fosse il caso di investire sulla promozione della visione del futuro di Tim Berners Lee, e che le priorità del centro fossero altre. Così, passati un paio d’anni Tim decise di conseguenza che era meglio cambiare aria: nel 1994 entrò nel laboratorio di scienze informatiche del Massachussets Institute of Technology, e lì fondò quello che è ancora conosciuto come il World Wide Web Consortium. Che ha uno scopo molto semplice: assicurare la crescita della grande rete, e possibilmente arginarne i lati “negativi”.
Il futuro del World Wide Web
Ancora oggi, mentre molti temono che internet possa perfino ridurre i nostri spazi di libertà, la visione di Tim Berners Lee continua a essere cristallina: anche negli ultimi anni ha continuato a ribadire che la rete deve rimanere il più possibile aperta, gratuita, neutrale. Che tutti hanno diritto di avere accesso al web, e di non essere spiati. La stessa visione del futuro che aveva nei primi anni Novanta: mentre tutti quelli che avevano intuito per primi le potenzialità di internet si chiedevano “come posso renderla mia?” Tim Berners Lee si chiedeva come dare in mano a tutti, in egual modo, le chiavi di quel mezzo rivoluzionario che ha cambiato ogni aspetto della nostra vita. Sarebbe il caso di ascoltarlo, anche nel 2020. Ad esempio nel video che trovate qui sotto (Sottotitoli: ON).
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