Tiziano si sposa. Tiziano è una luce

di Giovanna Donini

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Tiziano si sposa. Tiziano è una luce

Carissimo Tiziano,
Noi non ci conosciamo, o meglio tu non conosci me e invece io, come tanti, per fortuna conosco (in parte) te.
Sono nata negli anni 70 e quindi avevo 20 anni negli anni 90 (tranquillo, non sto per sottoporti a un indovinello matematico). Vivevo in una ridente cittadina del Veneto. Un giorno mi sono innamorata di una ragazza e da quel momento in poi la mia vita è cambiata. Ho scoperto chi ero e quel sentimento, tra l’altro corrisposto, era così forte e sconvolgente che non sarei mai stata capace di nasconderlo.

Sono stata incredibilmente fortunata: mi ero innamorata di una ragazza che si era innamorata di me. L’amore è una cosa semplice – come dici tu – ma è anche una cosa rara.
Sono stata incredibilmente fortunata perché era un amore appunto così raro e unico che lei non ha avuto paura di dimostrare e io nemmeno.

Ce ne andavano in giro mano nella mano in questa piccola e ridente cittadina del profondo nord est a dirci ti amo, a scriverlo su tutti i muri (a onor del vero erano le colonne del Duomo, ma non voglio scendere nei dettagli per non farmi arrestare)… insomma ce ne andavano in giro ad amarci alla luce del sole. Non voglio essere presuntuosa, ma credo che fossimo le uniche due ragazze così esplicite in tutta la città. Voglio essere onesta: devo il mio coraggio a lei che, tra le due, era quella che davvero se ne fregava del giudizio altrui. Io ero più vigliacca e senza di lei non credo che sarei riuscita ad uscire facilmente dall’armadio. Io senza di lei sarei rimasta al buio a lungo.

Negli anni 90 chi era omosessuale nella maggior parte dei casi si nascondeva, se non sbaglio l’unica lesbica dichiarata era la tennista Martina Navratilova (infatti io volevo giocare a tennis per sentirmi accolta, anche se ero negata) e gli unici cantanti più o meno dichiaratamente gay erano Freddy Mercury e Elton John. Di Lady Oscar avevamo qualche forte sospetto ma nessuna certezza. C’era il buio intorno a noi. C’era paura. e i pochi locali per gay e lesbiche che cominciavano ad aprire di certo non si trovavano in piccole città di provincia. Insomma ti sentivi solo, isolato, spesso disperato.
In Italia tu sei stato uno dei primi e di sicuro il più famoso a fare coming out. Quando lo hai fatto, attraverso il tuo libro (Trent’anni e una chiacchierata con papà) in molti ti hanno accusato di aver messo in piazza un fatto che doveva essere solo privato. “Si fa ma non si dice” e questo cantante chi è per osare così?
Da quel momento in poi non ti sei più nascosto e da quel momento sei diventato una luce per tanti.

In questi anni ogni tanto, come si fa con un amico lontano che non senti da un po’, mi sono chiesta: chissà se Tiziano è felice, e chissà se si è innamorato. Adesso ti sei sposato. Mia madre mi ha chiamato per dirmelo: “Hai saputo? Tiziano si è sposato!”. Me lo dice così, “Tiziano si è sposato”, come se tu fossi il nostro vicino di casa, il figlio di amici famiglia, un compagno delle medie che si è trasferito in America, insomma uno di noi. Ma tu, perdonami, non lo sei.

Tu sei quello che ieri ha scritto sulle pagine del Corriere: “…e qualche giorno fa davanti al mio mare, di fronte al mio monte il mio uomo e io ci siamo sposati. La cosa è molto più grande di Victor e di me. Riguarda tutti. Riguarda ogni ragazzino nascosto…”
Tu sei quello che oggi esce in copertina su Vanity Fair con il sorriso e la fede al dito.
Tu sei l’esempio che prima non esisteva.
Tu non sei uno di noi: sei uno che ha fatto qualcosa di grande che appunto riguarda tutti noi.
Quindi a te con tutto il cuore, carissimo Tiziano, io e tanti come me – quindi NOI – ti diciamo un immenso GRAZIE. E buon amore a te e a Victor.