
Esordio raffinato per questo trio electro-wave italico con base a Bologna, ma proiettato nello spazio infinito. Non a caso a produrre il disco è una label tedesca, di Colonia (la Symbiotic Cube dell’eclettico David Gann), non a caso quando si ascolta “Avesom” si è proiettati in un altrove difficilmente confondibile con lo stivale. E non è male…
Dalla rilassata/rilassante “Pitch”, elettrica e dalle suggestioni di festa, alla conclusiva “Kendo”, si viene presi da un’indietronica dal sapore orientale. Affascinante e in linea con quanto detto, il video girato da Giovanni Aloi in un parco pubblico di Hong Kong per l’ipnotica e pregna “Luxard” (forse il pezzo più pregiato). Belle anche “##Pap”, melodico viaggio sensuale e “O.U.A.”, electro-pop maestoso nel suo dispiegarsi lento (tutte e due con voce di donna). Filmica “Tripolar”, manco fosse stata scritta da Giorgio Moroder, cullante danzereccia “Tr2”, la più dolce tra le sette …
Divertente curiosità: il titolo del disco è ispirato al nome della cagnolina di Justin Bennett, tecnico del suono che si è occupato del mix presso lo studio 23 a Bologna. “Un tributo alla bellezza delle cose semplici”, come mi hanno detto i tre Torakiki nell’intervista sul blog. Ben detto.
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