Transistor

di Michele R. Serra

Recensioni
Transistor

Il gioco si chiama Transistor, ma non parla di nerd dell’elettronica. In effetti Transistor è il nome di una spada. Un megaspadone a due mani brandito da una ragazza, per la precisione. So cosa state pensando: donna – anche bella, peralro – più enorme simbolo fallico… sarà uno di quei fumetti fantasy americani degli anni Settanta.

Invece Transistor ha un look assolutamente contemporaneo, post-fantascienza giapponese.

E poi, la spada non è solo una spada. Parla. Senza spoilerare troppo, diciamo che è una spada socievole. Per quanto possa esserlo una spada.

La prima volta che fai partire un gioco nuovo, c’è sempre un impatto iniziale che dipende un po’ da quello che piace a te, personalmente. A me piacciono i videogame con la visuale isometrica, quelli che si svolgono su una specie di asse inclinata di tre quarti, vista dall’alto. Se avete perso molto tempo su giochi come Baldur’s Gate, Age of Empire, i primi Fallout… ecco, vi basta avere davanti agli occhi quel tipo di visuale per sentirvi a casa. Poi ovviamente solo quella non basta, ma è un buon inizio.

Transistor è uno di quelli che vengono chiamati giochi indipendenti, ma ormai siamo abituati al fatto che anche le piccole produzioni possano avere grande qualità. Fare videogame costa, ma se per questioni di budget non puoi avere, per esempio, una grafica fotorealistica di altissimo livello o un sound design iper curat… bè puoi cavartela con una grafica disegnata a mano che sia estremamente stilosa, e con una colonna sonora che potresti tranquillamente ascoltare durante un qualsiasi viaggio in macchina sulla A1.

Ma torniamo alla spada. Ti parla, e la voce tra l’altro esce proprio dai micro-altoparlanti che ci sono sul controller della Playstation 4 – quello che tenete tra le mani, come la protagonista tiene in mano la spada – che è un bell’espediente per tirarti dentro il gioco. Lei (o lui) parla, ma ad agire poi siete voi. Nel senso che Transistor è un videogame strategico a turni, in cui l’importante è vincere battaglie, accumulare punti esperienza, far crescere il personaggio… tutta roba che conosciamo già bene (come la visuale isometrica) e che quando è mixata nel modo giusto, rischia davvero di fare felici i vecchi giocatori nostalgici.