Una persona alla volta: l’ultimo libro di Gino Strada

di Nico Colonna

Recensioni

Difficile che Gino possa deludermi, non ci è riuscito mai.

Figuriamoci se scrive un libro come “Una persona alla volta” (Feltrinelli Editore), in cui trasmette idee forti capaci di cambiare questo benedetto mondo stando dalla parte della pace, contro ogni guerra, sempre in difesa dei più deboli. Il tutto raccontando anche particolari della sua vita. Una vita spericolata sul serio, emozionante e tanto coinvolgente. Dall’infanzia quando nella sua casa a Sesto San Giovanni alternava il gioco del pallone coi suoi amici, alla pesca abusiva con il suo amato zio Gino, partigiano antifascista, fino ai giorni nostri con la campagna per l’abolizione della guerra.

Quanto mai di attualità oggi questa  sua idea di abolire tutte le guerre grazie alla follia di un grande dittatore tanto “amato” (almeno fino a ieri) da diversi illustri politici del nostro paese: Berlusconi, Meloni e Salvini, tanto per non far nomi, grandi estimatori di Putin.

Una vita, quella del Dottore che credevo di conoscere bene, ma le pagine del libro l’arricchiscono di particolari sconosciuti, fantastici e tragici nel racconto di un chirurgo di guerra che le guerre le ha vissute davvero, sulla sua pelle, anzi sulla pelle di bimbi donne e anziani soprattutto: le vittime civili, non i combattenti delle guerre, sono infatti il target privilegiato, stime dicono per oltre il 90%.

Su questa ingiustizia epocale un giorno il Dottore, dopo aver girovagato il mondo per la Croce Rossa Internazionale e curato centinaia di poveri cristi massacrati, propose alla sua prima moglie Teresa (and friends) di dare vita a un’associazione umanitaria per curare le vittime delle guerre: Emergency.

E la sua prima campagna contro le mine antiuomo, sostenuta in TV da Maurizio Costanzo, ebbe un impatto clamoroso sull’opinione pubblica che portò alla messa al bando della produzione italiana (Fiat) di questi orribili strumenti di morte, tra cui i famosi pappagalli verdi, “giocattoli bomba” destinati a mutilare o uccidere in particolare i bambini.

Emergency è cresciuta (tanto), ha aperto ospedali e curato milioni di persone nel mondo, dall’Afghanistan al Sudan, dalla Sierra Leone all’Uganda, senza dimenticare che anche da noi, dove la povertà stava mettendo in ginocchio tante persone non solo straniere, doveva esserci un Programma Italia per aiutare i più deboli.

Gino nel suo libro mette in fila i suoi valori e contenuti profondamenti alternativi mentre ricostruisce scampoli della sua vita e il parallelo e fantastico percorso di crescita di Emergency, riuscendo a trasmettere nelle pagine quella passione che gli ha permesso di essere un Dottore unico, con una cascata di idee e una storia professionale e umana tutta da leggere, da conoscere e condividere.

Un grazie particolare merita Simonetta Gola, sua amata moglie, che è riuscita ad assistere il Dottore nella costruzione del percorso editoriale di “Una persona alla volta” anche con competenza e tanta professionalità.

Un’amica ha commentato sui miei social con una frase che mi ha molto colpito “… sembrava di avere Gino vicino che ti narrava i fatti…”; ecco è stata la mia stessa sensazione mentre leggevo il libro, con il vantaggio però che, nella mia fervida immaginazione mentre narrava, noi due si mangiava la pizza con una birretta e si continuava a disquisire su chi era riuscito finalmente a smettere di fumare. E almeno in questo, sono stato più bravo io caro Dottore, ce l’ho fatta, io ho smesso. Gino manchi, sappi che sono tanto orgoglioso di averti ospitato tante volte sulla Smemo, di aver condiviso un pezzo del tuo percorso di vita e di essere stato un tuo amico fraterno.