Uncharted e la legge dei film brutti

di Redazione Smemoranda

Recensioni

Da che mondo è mondo (cioè da quando esistono dei videogame decenti), tutti noi che amiamo i videogiochi sappiamo che quelli tratti dai film sono brutti, ma anche che i film tratti dai videogame sono brutti. Dunque, conoscendo questa regola fondamentale che quasi mai viene smentita, e sapendo che è appena uscito Uncharted, nuovo mega-film hollywoodiano tratto da un mega-gioco di immenso successo: come sarà secondo voi questo film?

Ovvio, lo sapevamo anche prima di vederlo: Uncharted è… beh, bruttino. Non nel senso di completamente malriuscito, intendiamoci. Hanno speso un sacco di soldi, c’è la magnificenza che solo Hollywood sa garantire, e un cast di star maiuscole: Tom Holland, Mark Whalberg, Antonio Banderas. Quello che manca è un po’ di anima, qualcosa che interessi davvero a noialtri che abbiamo appena ricominciato ad andare al cinema. Uncharted certo è un film da vedere in sala, ma in due ore non riesce a dire nulla di davvero – appunto – interessante. Nonostante non faccia altro che gridare dal primo all’ultimo minuto.

Uncharted non è Indiana Jones

Possibile che ci sia un problema teorico di fondo. E cioè: Uncharted è un videogioco ispirato, molto direttamente, ai film di Indiana Jones. È quella cosa lì: i passaggi sotterranei, le ragnatele, la luce fioca, le trappole misteriose… Peccato che quando quel mondo torna al cinema, ti viene per forza da fare un confronto, e ti accorgi che non c’è storia: Indy vince, sempre. (A parte nel caso di Indiana Jones e il Regno del teschio di Cristallo, ovviamente. Ma quello stiamo cercando di dimenticarcelo).

Noi che abbiamo giocato ad Uncharted, il videogame, ci ricordiamo che il suo bello è che ha una capacità pazzesca di farti fare wow: rimani davanti alla Playstation per venti ore, e quella sensazione ti accompagna per tutto il gioco. Invece, il film di Uncharted quella sensazione te la fa a malapena sfiorare, e così già due, di ore, sembrano troppe.