Unepassante, Seasonal Beast

di L'Alligatore

Recensioni
Unepassante, Seasonal Beast

Una pecora delle Montagne Rocciose in copertina, che ti fissa come a dire “Che ci faccio io qui, ora?”. Già, cosa ci fa questi simpatico animale, di una foto fuori dal tempo e dallo spazio, in un disco di moderna elettronica? A me è venuto in mente Philip K. Dick e il suo capolavoro che ha ispirato il film “Blade Runner”: in originale si intitolava “Do Androids Dream of Electric Sheep?” “Ma gli androidi sognano pecore elettriche?”, la brutta traduzione letterale …

Tutto questo giro per dire che “Seasonal Beast” lo sento strettamente legato all’elettronica algida della musica di quel film, stile Vangelis anni ’80. Lo sento nell’ipnotica “We Are Nine” messa strategicamente in apertura, nella seguente “Cursed Be the Night” di lineare millimetrica glacialità, nel terzo danzereccio pezzo, “Ordinary Stuff”, che mi prende subito alla coda. Notevole l’omaggio a una città che ama, “Florence Be Kind to Me”, il brano forse più vicino alla forma canzone, pura elettronica invece in “Sleep”, e nel finale “The Discipline”, elettro-pop internazionale dal battito animale.

Una curiosità sul titolo dell’album: esso deriva da una canzone di Robert Wyatt, “Sea Song”, amata moltissimo da Giulia/Unepassante. “Seasoal Beast” (Animale Stagionale), mi ha detto lei, “parla del rapporto uomo-natura, delle influenze che ci derivano dal fatto di appartenere al regno animale, cui non possiamo sottrarci”. Condivido, motivo in più per apprezzare questo disco …