C’è vita su Marsico (e anche un sacco di musica)

Life on Marsico è la biografia di Maurizio Marsico, musicista e/o artista multiforme, scritta dal critico musicale Christian Zingales.

Uscito di recente presso Goodfellas, un libro importante perché Marsico è un artista importante, con un sacco di esperienze dagli anni ‘80 a oggi, e mi sembra sia giusto farlo conoscere alle giovani generazioni, visto poi che è vivo e vegeto, nonostante la vita piena di stravizi, e continua a fare Arte.

Maurizio Marsico
Chi è Maurizio Marsico – Smemoranda.it

La biografia non nasconde nulla, senza volere fare del sensazionalismo, come del resto si capisce fin dal sottotitolo: Ascesa, caduta, ricadute e risurrezioni di Maurizio “Monofonic Orchestra” Marsico. Dal conservatorio dove ha studiato a Frigidaire, la pubblicazione più forte degli anni ’80 della quale Marsico è stato il braccio musicale, assieme ad amici ora nella leggenda, quali i disegnatori Stefano Tamburini e Andrea Pazienza, dalla tv con Serena Dandini agli esordi in Obaldì Obladà, ai jingle pubblicitari.

Conosciuto a livello internazionale, provocatore, sperimentatore, cinefilo, anticipatore, è un vero artista d’avanguardia, affamato di vita, tanto da metterla a repentaglio con sesso sfrenato, droghe, alcool, riuscendo a fermarsi in tempo, per rinascere e ritrovare la forza di reagire. Senza moralismo, senza volere fare il pentito, ma rivendicando la libertà di una vita piena, Marsico si racconta. Non è un santo, e non vuole diventarlo, studia ora approfonditamente il buddismo, e continua fare dischi di livello alto.

Ascesa, caduta, ricadute e risurrezioni di Maurizio “Monofonic Orchestra” Marsico come sottotitolo. A leggerlo, sembra che sia così? Come hai fatto a uscire vivo dagli anni ’80? Domanda banale, ma è la prima che mi viene …
Sei sicuro che io sia vivo? E che io sia proprio io? Io no, anzi Lui no, non ne è certo. Ti sta rispondendo, come fosse me, ma io potrei benissimo non esserlo, ed essere invece un ladro d’identità, un impostore, o comunque ormai talmente così distante (nello spazio, nel tempo e nella carne) dal protagonista delle “epiche gesta”, da apparire oggi antropologicamente diverso. Il Maurizio di buona metà del libro è morto o perso in una propria realtà, o irrealtà, distopica. Io è morto….o almeno una parte di me di cui “Life on Marsico” ne è anche, in un certo senso, l’orazione funebre ma… in stile New Orleans: dolente e scatenata. Del resto, rinnovando in modo lapidario un antico adagio usato per definire chi visse nei favolosi sixties, si potrebbe anche dire che: chi è sopravvissuto agli anni ’80 forse non è mai esistito….

Domanda seria: perché un libro su Maurizio Marsico oggi? Come è nata questa idea?
Risposta stupida: perché adoro gli scaffali delle librerie e da sempre avrei voluto riposarmici sopra, quindi meglio farlo prima che libri e librerie scompaiano del tutto. Risposta (semi)seria: perché no? In realtà è una domanda a cui Christian Zingales saprebbe risponderti mille volte meglio del sottoscritto. Io sono soltanto il soggetto di questa biografia, o meglio, il “cattivo” soggetto di “Life on Marsico”. L’idea nacque ormai molti anni fa in modo spontaneo e naturale, sullo sprone di Christian a farmi raccontare cose di cui si sapeva poco o nulla e che non avevo mai condiviso con nessun giornalista prima. Cose che a nostro avviso avevano una certa rilevanza, al di là dell’aneddotica spicciola.

Come si è svolto il lavoro con il critico musicale che ha scritto il libro, Christian Zingales?
All’insegna della stima e del rispetto reciproci e nella più serena e gratificante libertà, di tempi e modi. Senza farsi fretta a vicenda e senza pressioni, nonostante i fisiologici stop and go, i consueti venditori di fumo e il naturale scorrere del tempo, che dall’inizio della prima scrittura alla libreria hanno fatto trascorrere cinque annetti tondi tondi .

Come ti pare sia uscita la tua biografia? Un ritratto onesto? Quanto? Davvero ne hai combinate così tante?
Mi piace la sua struttura musicale a due voci e la forma snella, con diversi livelli di densità e di intensità. I suoi passaggi a tempo e i momenti freeform di cui Christian è maestro. Mi piace anche che, volendo, si possa leggere in tempi rapidissimi (un amico mi ha confessato che l’ha divorato in tre ore, perché non riusciva a smettere di leggerlo), come da Milano a Roma in alta velocità. Un ritratto autentico, molto, tanto, vero. E sì, lo confesso: ne ho davvero combinate…. anche di più.

Da lettore giovane negli anni ’80, per me resta il tuo essere stato “uno di Frigidaire”, il braccio musicale di Frigidaire, potrei dire, forse sintetizzando troppo. È così? Cosa dire di quell’esperienza irripetibile?
Direi che nel libro se ne dice molto, nel senso che offre anche una prospettiva inedita dell’esperienza Frigidaire vista dalla mia personale ottica, di musicista fuori da ogni schema e da persona informata sui fatti. Un’esperienza irripetibile e aggiungerei unica, come irripetibile e unica fu quella benedetta/maledetta banda di artisti che la resero tangibile.

Progetti futuri?
Per Plastica Marella a novembre uscirà (solo su vinile) il disco “The Greatest Nots” totalmente a quattro mani (scritto, composto, eseguito) con il grande Stefano Di Trapani. Poi su CD per Lacerba, “Extrasussurrante” (con il mio inedito Expanded Interiors), sorta di sequel, ricco di inediti e outtakes, dell’album “Architettura Sussurrante” del 1983. A breve per Goodfellas è in uscita anche la ristampa di “Matita Emostatica” compilation manifesto della new & no-wave milanese anni ’80 (all’interno il brano “Lucy’s 1st Appointment” di Monofonic Orchestra). Anche sul fronte letterario una piccola novità: il mio racconto “Nuvole di Parole Astratte Colorate” all’interno dell’antologia “S.O.S. Soniche Oblique Strategie” a cura di Mario Gazzola per Arcana… e poi l’anno prossimo… (!!!)

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