Pensioni: arrivano quelle “easy” con 5, 10 o 15 anni di contributi

Diverse formule che consentono di accedere alla pensione con un numero minimo di versamenti, in deroga alla regola generale

Chi ha vissuto anche gli anni ’80 e ’90 ricorderà i cosiddetti “baby pensionati”. Persone che sono riuscite ad andare in pensione anche prima di aver compiuto 40 anni. Oggi quella possibilità non esiste più. Esiste, però, la possibilità di andare in pensione solo con cinque, dieci o quindici anni di contributi. Ecco come.

Come andare in pensione con pochi anni di contributi
Ecco come andare in pensione con pochi anni di contributi – (smemoranda.it)

Nel nostro titolo le abbiamo definite “easy”. Ed è effettivamente “easy” il meccanismo che si cela dietro possibilità che aggira ciò che siamo abituati a sapere. In Italia, il sistema previdenziale attuale richiede un’anzianità contributiva di almeno 20 anni per avere accesso alla pensione di vecchiaia. L’alternativa di cui vi parliamo oggi si riferisce proprio a chi non riesce a raggiungere questa soglia.

Come vedremo di qui a breve, ci sono molte opzioni disponibili per andare in pensione anche con pochi contributi, ma è importante valutare attentamente ogni possibilità in base alla propria situazione personale e professionale. Consultare un esperto fiscale o un commercialista può essere utile per prendere la decisione più informata.

In pensione con pochissimi anni di contributi: ecco come

Del resto, da tempo immemore ormai è un tema particolarmente dibattuto quello sulla possibilità di andare in pensione con pochi contributi. Oggi vi mostreremo come vi sono diverse formule che consentono di accedere alla pensione con un numero minimo di versamenti, in deroga alla regola generale.

In pensione con pochissimi anni di contributi: ecco come fare
Si può andare in pensione con 5, 10 o 15 anni di contributi – (smemoranda.it)

Ad esempio, ci si può rivolgere all’assegno sociale in caso di disagio economico del nucleo familiare, iscriversi al Fondo Casalinghe versando autonomamente i contributi nel corso degli anni, o usufruire di una pensione di reversibilità se si ha diritto. Sono solo alcune delle possibilità di cui vi parleremo oggi. Entriamo nel dettaglio.

Per coloro che non hanno accumulato i 20 anni di contributi necessari per la pensione di vecchiaia, esiste la possibilità di ottenere una pensione minima versando autonomamente dei contributi volontari, previa autorizzazione dall’INPS. I requisiti per accedere a questa opzione includono almeno 5 anni di contributi e almeno 3 anni di contribuzione nei 5 anni precedenti la presentazione della domanda.

Inoltre, esiste l’assegno sociale, un trattamento pensato per coloro che non hanno versato contributi sufficienti per maturare una pensione. I requisiti per accedervi includono una residenza stabile in Italia da almeno dieci anni, un’età di almeno 67 anni e un reddito inferiore a determinate soglie.

Dalla pensione delle casalinghe alle casse professionali

Le donne possono accedere alla pensione casalinghe con gli stessi requisiti dell’assegno sociale, versando autonomamente i contributi al Fondo Casalinghe. Per quanto riguarda la pensione di vecchiaia, ci sono diverse opzioni a seconda dei contributi versati e dell’età raggiunta. Ad esempio, è possibile andare in pensione con 15 anni di contributi e 67 anni di età, oppure con soli 5 anni di contributi effettivi presso una Gestione INPS.

Anche le casse previdenziali professionali offrono pensioni con un’anzianità contributiva inferiore ai 10 anni, a patto di rispettare determinati requisiti. Infine, esistono agevolazioni per coloro che sono affetti da invalidità o non vedenti. Insomma, le possibilità ci sono. Non sarà come il meccanismo dei “baby pensionati” degli anni che furono, ma il margine di manovra c’è.

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