Un altro boccone amaro da ingoiare per Meghan Markle, e stavolta a rifilarglielo non è la royal family: ecco cos’è successo.
Meghan e Harry continuano a fare di tutto per rilanciare la loro popolarità. Da quando hanno lasciato la Famiglia Reale vanno a caccia di ghiotti accordi con partner del calibro di Netflix e Penguin Random House. Ma non sempre trovano porte aperte e tappeti rossi pronti ad accoglierli. L’ex attrice americana, in particolare, ha dovuto incassare di recente un amaro rifiuto.
Il boccone amaro è arrivato dopo la recente trasferta della coppia ribelle in Nigeria. In un’intervista rilasciata per l’occasione, Harry ha parlato dei loro piani futuri e manifestato la volontà di contribuire ad apportare un cambiamento positivo in tutto il mondo: “È estremamente importante per noi incontrare direttamente le persone, sostenere le nostre cause e ascoltare, al fine di portare soluzioni, supporto e cambiamenti positivi”, ha detto a People Magazine. Nel frattempo, però, Meghan ha subìto un’umiliazione che non si aspettava…
Un’umiliazione inaspettata per Meghan Markle
Meghan Markle è stata snobbata da uno stilista britannico che ha rivelato di non volerla vestire, preferendo invece lavorare con la principessa Kate e con la regina Camilla. Proprio lei, fotografatissima con abiti e accessori firmati anche prima di entrare nella royal family, è l’unica reale con cui lo stilista britannico Julien Macdonald non vuole lavorare. Quest’ultimo, noto per i suoi abiti da sera e le sue creazioni a base di paillettes, ha parlato senza peli sulla lingua con il Daily Mail.
A domanda se gli sarebbe piaciuto vestire la duchessa di Sussex, Macdonald ha dato una risposta netta e chiara: “No, preferisco Kate e Camilla”. “Kate è fantastica, mi piacerebbe vestirla con uno dei miei abiti – ha aggiunto -. Ho un ottimo rapporto con Camilla, la Regina, è incredibile”. E non è tutto. Secondo Kerry Parnell, attento osservatore delle vicende di Buckingham Palace, non è giusto che la coppia “finisca sui giornali ogni volta che esce di casa o apre bocca”. Ma Harry tira dritto: “Non c’è molto che si possa fare da casa e su Zoom, quindi non vediamo l’ora di viaggiare di più – ha spiegato nell’intervista sopra richiamata -. Che si tratti della Fondazione Archewell, di Invictus o di qualsiasi altra nostra causa, ci saranno sempre motivi per incontrare le persone al centro del nostro lavoro”.